Il grande ritorno di Guillermo Andrade

Dopo anni di silenzio, Guillermo Andrade ha riportato il suo brand 424 al cento della scena. «Sono cresciuto e le persone intorno a me hanno fatto lo stesso, siamo pronti per qualcosa di nuovo» ha raccontato il designer a GQ
Guillermo Andrade 424 Paris Fashion Week

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Guillermo Andrade è l’amico dell’amico. Qualcuno te ne parla nei messaggi di Instagram. Qualcuno davanti a un caffè. Tutti però ti dicono la stessa cosa: sta per tornare. Ma per un ritorno serve un addio, in questo caso un arrivederci che però non c’è mai stato. Nel senso che Guillermo Andrade, ma soprattutto il suo brand 424, sono scomparsi senza lasciare traccia, fatta eccezione per un paio di immagini che hanno continuano a circolare su alcune pagine moodboard di Instagram. «C’erano alcune collaborazioni che continuavano ad uscire, cose che erano già in programma, ma abbiamo avuto dei problemi interni ed è servito del tempo prima di risolverli» mi inizia a raccontare Guillermo quando lo incontro a Milano, nel lussuoso rooftop bar di un hotel in zona Monumentale. «Ho capito che fa tutto parte di un processo di crescita. Non solo come persona, ma anche come imprenditore e come creativo».

Il backstage della collezione Primavera/Estate 2025 di 424

Prima di incontrarci davanti a un caffè esageratamente costoso, i miei contatti con Guillermo erano stati dei timidi ma sentiti messaggi di apprezzamento per quello che aveva fatto con 424 nei mesi precedenti. A febbraio dello scorso anno il brand aveva aperto le porte del suo nuovo store a Los Angeles, mentre più recentemente si era guadagnato un posto nei feed social di mezza industria della moda con una giacca di pelle che riproduceva la maglia indossata da David Beckham nel Real Madrid. L’inizio di 424 nella sua prima incarnazione risale però al 2010, quando Guillermo aveva aperto il suo store a Fairfax in cui vendeva accessori.

«Improvvisamente i gioielli hanno iniziato a funzionare sempre di più al punto di cambiarmi la vita. La gente mi conosceva come “quello dei gioielli”, anche se volevo fare tutt’altro», mi racconta ridendo. «Da lì ho iniziato a fare sempre di più, volevo avere qualcosa di diverso nello store. Mi piaceva l’idea di esplorare, di avere una collezione di Versace e Chanel d’archivio insieme a una capsule di occhiali da sole. Il passo successivo è stato aiutare i brand emergenti, dandogli spazio. Siamo stati il primo store a vendere Fear of God, Hood By Air, MISBHV, Martine Rose e Rhude. Sono successe un sacco di belle cose a Fairfax e ho sempre continuato a credere che 424 fosse un po’ la nostra casa. La casa di tutti quegli strani Tumblr e Instagram Kids, prima che Instagram diventasse quello che è oggi».

Il backstage della collezione Primavera/Estate 2025 di 424

Ma se all’epoca Guillermo e il suo marchio si erano fatti portavoce di una generazione che stava appena nascendo - «ci incontravamo di persona dopo che avevamo parlato solamente online», ora le cose sono cambiate. Lo streetwear non è più la superpotenza di un tempo e i retailer fisici hanno perso la loro centralità. «Non penso sia un problema» mi dice in modo convinto. «Sono cresciuto e le persone intorno a me hanno fatto lo stesso, siamo pronti per qualcosa di nuovo». Guillermo ha le idee chiare quando si tratta di scegliere come portare avanti il suo marchio. Nella mente del suo creatore, il futuro di 424 è in compagnia dei grandi brand della moda, lontano dalle atmosfere streetwear da cui tutto ha avuto inizio e con un occhio rivolto verso il luxury.

Non è certo un caso se per il suo nuovo store, Guillermo ha scelto Melrose Place, la via dello shopping di Los Angeles, posizionandosi esattamente accanto a Bottega Veneta e con The Row dall’altro lato della strada. «Mi piace sottolinearlo perché dimostra l’ambizione del brand» mi dice. «Scegliere un posto del genere, entrare a far parte di questo nuovo tabellone del monopoli, dimostra dove voglio andare». Quando parla Guillermo sembra aver già tutto in mente, un piano studiato nei dettagli che aspetta solo di essere eseguito. Dopotutto, come mi ripete più volte durante la nostra conversazione, «l’ho già fatto una volta, devo solamente rifarlo in modo più grande e con un prodotto migliore». È una questione di «consistency» sottolinea, dare continuità a un progetto affrontando gli aspetti più importanti e tralasciando quelli superflui.

Il backstage della collezione Primavera/Estate 2025 di 424

«Mi piacerebbe fare una sfilata un giorno, ma la parte decisiva è quella che succede dietro le quinte: vendere le collezioni ed evadere le richieste». In questo processo di crescita che ha portato 424 verso una seconda vita, il primo passo è stato una presa di coscienza: capire che quello che aveva avuto successo all’inizio non avrebbe continuato a farlo ancora a lungo, ma soprattutto che per tornare ad averlo c’era bisogno di qualcosa di diverso. «Mi sono reso conto che quello che stavo facendo non mi rappresentava davvero, mancava quel senso di casa che invece ci vedo adesso» mi spiega. «Ho adottato un approccio “california-centrico”. Se mi vedi, capisci che vengo da lì, ma se guardi più attentamente noti anche altro».

Mentre lo dice, Guillermo mi fa notare la camicia a quadri che indossa in quel momento. Somiglia a quella che potrebbe indossare Seth Cohen in un episodio di The O.C., ma in realtà è molto più sottile della flanella. Anzi, è quasi trasparente. «Ti assicuro che non me la sono messa solo per fartela vedere. Ma questa camicia è esattamente quello che voglio fare adesso» inizia a spiegarmi in maniera entusiasta. «Racconta una parte della mia vita e mi fa sentire sempre a casa, indipendentemente da dove mi trovo». È un capo classico, con un tocco luxury, un termine che Guillermo corregge però immediatamente con «sensitive». «Ha la sensibilità europea, in particolare italiana. Cose come l’attenzione ai dettagli, alle cuciture e alla costruzione che la rendono qualcosa di unica e particolare». Attraverso lo stesso approccio, nel corso delle ultime tre stagioni l’offerta di 424 si è fatta sempre più ampia. C’è spazio per una biker jacket in pelle, un pantalone cargo camo e per i famosi Marathon Boots, ma anche per delle camicie stampate e soprattutto per il tailoring.

Fa uno strano effetto pensare che uno dei primi completi creati da Guillermo Andrade era stato per l’Arsenal, quando la squadra londinese aveva scelto 424 come formal wear partner. Merito di Héctor Bellerin, come mi racconta lo stesso Guillermo, ma anche di una passione per il calcio che in tempi recenti ha portato il designer prima a siglare una partnership con la Leagues Cup, il torneo che mette insieme le squadre della MLS e della Liga messicana, e poi a creare due giacche di pelle diventate due pezzi da collezione: la prima riproduceva la maglia del Real Madrid nella stagione 2003/20024, la seconda quella della Germania nella Coppa del Mondo del 1994.

Il backstage della collezione Primavera/Estate 2025 di 424

«In realtà le avevo fatte come delle prove da tenere per me» mi dice quando finiamo a parlare del successo online avuto dei due capi. «Non c’era nessuna volontà di mancare di rispetto, ad adidas o al Real Madrid. Ero stato ispirato dal documentario su Beckham, prima di vederlo non ne avevo mai capito l’importanza, forse ero troppo giovane. Aveva una mentalità fuori dal comune, nessun calciatore di oggi ha quel tipo di disciplina». Mentre me ne parla, tira fuori il telefono per farmi vedere alcune immagini con cui mi spiega il processo produttivo della giacca. «È una biker jacket con cui non puoi andare in moto, è pensata per la vita di tutti i giorni. Anche se la verità è che non la potrei mai vendere. Sarebbe un pr nightmare, ma anche produrle in serie sarebbe impossibile». Ma dove si trovano adesso? «Una ce l’ha Kanye, mentre l’altra è nell’armadio di Nas» mi rivela. «Penso che in futuro ne farò altre per gli ambassador del brand. Non potrei mai venderle, sarebbero pezzi da 20mila dollari e il calcio non è un prodotto pensato per essere di pochi».

Lo show Primavera/Estate 2025 di 424

Kaivon
Kaivon

Il successo di quella giacca, mi spiega Guillermo, è stato solo l’inizio di qualcosa di più grande. Quando lo scorso febbraio 424 ha pubblicato il lookbook della nuova collezione, «tutto è cambiato» secondo il suo founder. «Erano solo delle foto. Belle, ma pur sempre delle semplici foto. E per qualcuno come me che ha provato per anni ad arrivare a quel risultato, rimane ancora qualcosa di inspiegabile» mi confessa. Mentre finivo di lavorare a questo articolo, Guillermo e 424 hanno fatto un altro passo in avanti: durante la Paris Fashion Week, il brand ha messo in scena il suo primo show fisico. Nel cortile di un condominio a Rue Cimarosa, un gruppo di modelli si è riunito in circolo, seduti su alcune sedie di legno, indossando giacche, stivali e altri capi della nuova collezione di 424. Al termine dell’esibizione alcuni di loro hanno distrutto le sedie, lasciando i pezzi di legno sul pavimento di cemento davanti al pubblico attonito. Una cosa molto rock. «Sono ancora sotto shock» mi scrive Guillermo quando gli chiedo se fosse soddisfatto dello show. «L’ho adorato».