L'epoca di Carhartt non è ancora al tramonto

L'hype attorno al brand workwear va ancora fortissimo
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Oggi come oggi, il brand Carhartt è ovunque. All'origine era un marchio di abbigliamento da lavoro, nato a Detroit nel 1889, che è cresciuto pian piano fino a diventare un punto di riferimento per il fashion a livello mondiale. L'anno scorso, l'azienda ha raggiunto livelli stratosferici. In brevissimo tempo, è passata dall'essere un solido produttore di abiti per tutti i giorni allo status di creatore di capi imperdibili. Un anno dopo, questo fenomeno va ancora fortissimo, anche grazie all'amore delle star che lo hanno scelto, da Justin Bieber a Austin Butler. I trend, si sa, vanno e vengono, ma l'epoca di Carhartt é ben lontana dal tramontare.

Il logo giallo di quest'azienda viene considerato un marchio di qualità nel campo dell'abbigliamento maschile; quindi, non c'è da stupirsi nel vedere gli attori più noti scegliere un brand così cool. Di recente, l'interprete di Elvis è stato visto per le strade della Grande Mela con la sua solita giacca abbinata a un paio di pantaloni neri e una t-shirt bianca, mentre Pete Davidson ha optato per una giacca modello Detroit che ha scelto di accostare a una felpa nera con cappuccio. E poi c'è Daniel Day Lewis, fedele una volta di più agli abiti Carhartt, in questo caso un color crema dalla testa ai piedi, naturalmente completato da stivali da trekking in pelle marrone.

In ogni caso, sono le giacche a fare la parte del leone. E in effetti, quando si tratta di Carhartt sono sempre raffinatissime, piene di finezze tipo il logo messo in piccolo proprio lì, un ulteriore segno, chic e senza impegno, che uno tiene al proprio look anche senza fare fatica a trovare i vestiti giusti. E poi il meglio deve ancora venire, visto che si tratta di un brand abbordabile per tutti in grado di dare un tocco di eleganza praticamente a chiunque. Anche se non ti consideri un dandy, il prezzo accessibile e l'appeal a tutto tondo di Carhartt rendono i capi del brand appetibile per "l'uomo della strada", oltre a guadagnarsi il rispetto degli addetti ai lavori.

«La richiesta per Carhartt rimane forte e credo che il suo fascino duraturo risieda nella sua semplicità», afferma Daniel Todd, direttore acquisti in forza a Mr. Porter. «Si tratta di prodotti facili, classici e ben fatti, nonché adatti a tantissime tipologie di clienti». L'abbigliamento da lavoro continua a essere un elemento chiave nell'abbigliamento maschile e a volte squadra che vince non si cambia.

Anche prima del grande successo iniziato un anno fa, il brand era riuscito a restare importante per più di un secolo. Come già successo a molte altre firme, tra le quali Levi's e Dickies, Carhartt è stata creata come azienda di abiti da lavoro manuale, rappresentando fin da subito un punto di riferimento per i colletti blu a stelle e strisce. Poi, negli anni Novanta, è stata fondata Carhartt WIP, la linea del brand più all'avanguardia e più nota nel Regno Unito, il cui pubblico è sempre più numeroso, al di là del target originario.

Ma come si è arrivati al fashion? La scena hip-hop è stata la prima a far conoscere Carhartt, precisamente quando l'etichetta discografica Tommy Boy Records ha acquistato 800 giacche di questo brand, distribuendole poi ai propri artisti. «Gli artisti hip-hop newyorchesi prediligono i capi Carhartt nelle tonalità del marrone-senape e del verde cacciatore, da abbinare a dei pantaloni larghi di velluto a coste, da infilare rigorosamente infilati nei loro stivali Timberland», si legge in un articolo del 1992 del New York Times che cita Albee Ragusa, allora direttore del marketing rap della Tommy Boy Records.

Da allora la "C" dorata del brand ha conosciuto un successo tanto importante quanto significativo. I suoi capi erano nel video musicale di Jump Around degli House of Pain e venivano indossati regolarmente da artisti del calibro di Tupac ed Eazy-E. Carhartt è apparsa anche al cinema, grazie a un berretto leggendario visto nel film cult transalpino L'Odio in testa a Hubert, uno dei personaggi centrali del film. E questo prima che esplodesse anche all'interno della cultura skater.

Comunque, ultimamente il suo successo si deve al costante amore mostrato per gli abiti da lavoro dal genere maschile. In effetti, il rapporto stilato nel 2021 da Grand View Research ha rilevato che il mercato crescerà del 5,3% annuo fino al 2030. Carhartt sembra essere la punta di diamante di questo trend, con buona pace degli innumerevoli meme sul cosplay dei colletti blu che si vedono sui social.

Certo, le celebrità appassionate del marchio sono importanti, ma Carhartt sta facendo del suo meglio per approfittare del suo nuovo status all'interno del fashion. In effetti il brand ha lavorato con molte figure importanti, da Marni e Sacai fino a A.P.C. e al marchio di design TooGood. Ci sono state anche eventi e attività uniche, con BAPE e con Palace. Tutte queste iniziative sono più che sufficienti per far parlare la rete e mettere in allarme GQ. Ogni collaborazione rimane fedele al DNA del marchio pur raggiungendo una nuova fetta di pubblico, che si tratti delle stampe statement di Marni o dell'arte della decostruzione tipica di Sacai.

Non resta, fin da ora, che un consiglio: diventare discepoli di Carhartt. Sarai a posto per almeno altri sei anni. Non affannarti a ringraziarci.

Articolo originariamente pubblicato su GQ UK