Biden e la performance che scatena il panico tra i democratici: «Confermati i nostri peggiori timori». E ripartono le voci: un nuovo candidato?

diMassimo Gaggi

Democratici nel panico dopo il dibattito con Trump, in cui Biden ha più volte vacillato: ripartono le voci su possibili candidati alternativi, da Newsom all'eterna suggestione Michelle Obama. Ma Axelrod: «Solo Biden può decidere di fare un passo indietro»

I democratici che avevano acceso i loro video con trepidazione, alla fine del dibattito  Biden-Trump li hanno spenti nel panico: nel web, sulle labbra di molti commentatori progressisti e perfino nelle reazioni (generalmente anonime) di diversi leader della sinistra americana, è stato tutto un affastellarsi di inviti a sfruttare i 130 giorni che ci separano dalle presidenziali del 5 novembre per scegliere e lanciare un altro candidato

Ma David Axelrod, lo stratega delle vittorie elettorali di Barack Obama, dopo aver descritto quella appena passata come «la notte che conferma i nostri peggiori timori», ha avvertito: «Questi non sono più gli anni Sessanta, quando la convention di un partito poteva decidere tutto: Biden è stato nominato dal popolo democratico nelle primarie e solo lui può decidere di fare un passo indietro».

Con questo dibattito Biden voleva scuotere un’opinione pubblica americana che gli era parsa fin qui mal disposta nei suoi confronti perché distratta, apatica, poco consapevole dei rischi per la democrazia di un secondo mandato di Trump. Voleva far emergere la differenza tra un presidente esperto, competente ed equilibrato e un leader populista, narcisista e pieno di risentimento, intenzionato a consumare vendette e a curare il suo orgoglio ferito, più che a governare il Paese.

Questo piano è fallito su tutti e due i fronti nonostante il presidente sia riuscito ad ottenere, per il dibattito, regole che avrebbero dovuto favorirlo, come l’assenza di pubblico in sala (in passato la componente trumpiana dell’uditorio ha sempre esaltato con boati d’approvazione le frasi del leader repubblicano): Biden ha confermato i peggiori timori sulla sua tenuta parlando con voce bassa e roca, reagendo con scarsa energia alle accuse brucianti di Trump, spezzando spesso le sue frasi e dando in almeno due casi la sensazione di aver perso il filo del suo discorso

Sull’altro fronte la speranza che Trump ripetesse l’autogol di quattro anni fa quando perse il dibattito presidenziale per eccessiva foga, interrompendo continuamente Biden con insulti e toni sgarbati, non si è materializzata: l’ex presidente ha ripetuto le accuse feroci contro Biden che formula in ogni comizio, ma non ha mai tentato di prevaricare dialetticamente il suo avversario né ha esagerato nell’attaccarlo sul piano della lucidità mentale.

Davanti alle prime esitazioni del vecchio Joe, Trump ha assunto un’espressione ironica, ma non ha detto nulla. Al terzo intervento poco comprensibile del presidente, ha reagito con parole taglienti ma pronunciate con tono pacato: «Non ho capito cosa hai detto e forse non lo hai capito nemmeno tu». Poi più nulla, probabilmente perché, da esperto comunicatore, ha capito che le difficoltà di Biden erano talmente evidenti da non richiedere sottolineature. Che sarebbero state perfino controproducenti.
   
Qualche mese fa Obama e altri leader democratici che avevano garbatamente invitato Biden a riflettere sulla sua fragilità erano stati bloccati da un presidente deciso ad andare fino in fondo. A quel punto il fronte progressista si era ricompattato attorno allo sforzo di rilanciare la sua candidatura dietro promessa del vecchio leader di cambiare passo, mostrandosi molto più determinato nell’imminenza del voto. 

La performance di ieri sera ha fatto crollare ogni illusione: Biden non è riuscito a risultare convincente nemmeno sull’aborto, cavallo di battaglia della campagna elettorale democratica.

Mentre Trump se l’è cavata senza troppi danni su questo fronte che lui stesso considerava assai problematico e perfino su quello dell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 promosso dalle sue parole incendiarie: è riuscito grazie alla sua abilità dialettica e ad alcune falsità (Nancy Pelosi vera colpevole per l’occupazione delle aule parlamentari) che i due conduttori della CNN, vincolati anche loro a regole strettissime e intimoriti da Trump che li aveva definiti suoi nemici, non hanno voluto contestare.

Ora si tornerà a parlare di possibili candidati alternativi, dal governatore della California Gavin Newsom all’eterna suggestione di Michelle Obama. Ma, al di là della reale possibilità di costruire in poche settimane un’alternativa credibile a Trump, rimane la determinazione di Biden ad andare avanti: un’orgogliosa ostinazione che rischia di spingere gli Usa in un vicolo cieco.

28 giugno 2024 ( modifica il 28 giugno 2024 | 12:42)