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Sergio Brio

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Sergio Brio nel 1974

Sergio Brio (1956 – vivente), ex calciatore e allenatore di calcio italiano.

Citazioni di Sergio Brio

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  • Di me si vuol dare sempre l'idea del duro. Invece sono uno che di botte ne prende tante e sta zitto. Se mi lamentassi anch'io, come fanno tutti... Ma non è nel mio carattere. In campo bisogna saper accettare di tutto.[1]
  • La Juventus è la mia Nazionale.[2]
  • [Sull'esperienza nella Juventus] Trapattoni ordinava e io eseguivo. Con la massima concentrazione, un compito e quello restava per tutta la partita. Facevo il muratore in una squadra di architetti.[3]
  • Non si può parlare della Juventus senza menzionare la famiglia Agnelli ed in particolare l'Avvocato. Il mio primo ricordo di lui è legato al ritiro a Villar Perosa del 1978 quando tornai dal prestito alla Pistoiese e rimasi colpito dall'attaccamento e dalla passione che dimostrava nei confronti di noi giocatori.[4]

Massimo Crepaldi, juveatrestelle.it, 14 ottobre 2014.

  • [Sull'arrivo alla Juventus] È stato un sogno per me passare dal giocare con le figurine a trovarmi in uno spogliatoio con mostri sacri come Zoff, Causio, Bettega, Capello.
  • [Su Gaetano Scirea] Gaetano era soprattutto un uomo speciale: umile, per bene, buono. È il ragazzo a cui ogni padre sarebbe felice di dare in sposa la propria figlia. [...] Avevamo un sincronismo perfetto, bastavo uno sguardo per capirci.
  • [Su Roberto Pruzzo] In campo Roberto era un burbero: borbottava e rimproverava spesso anche i suoi compagni. A parole, cercava sempre di metterti pressione.
  • Caminiti aveva cuore grande e competenza calcistica, uniti a un caratterino niente male. La sua penna sapeva essere tagliente: se non entravi nelle sue grazie, ogni domenica erano bacchettate. Aveva capacità non comuni come giornalista, i suoi erano pezzi da incorniciare. Un poeta prestato al mondo del calcio.
  • [«Perché sempre in maniche corte, pure in mezzo alla neve?»] Le maniche lunghe mi davano un fastidio fisico, le vivevo come un impedimento: mi sentivo più a mio agio con le maniche corte, mi pareva d'avere mani e braccia più libere. Ricordo una serata di Coppa in Islanda a meno quindici, sempre con la mia divisa estiva.
  • Il mio gioco era semplice: studiavo l'avversario e cercavo di renderlo il più innocuo possibile portandolo a "girarsi" dalla parte del piede più debole. Giocavo sempre a stretto contatto cercando l'anticipo. Ero tosto, ma mai duro gratuitamente.
  • [«Ci racconti come erano le firme dei contratti con [...] Boniperti?»] In 4 ore si firmava tutti. Rigorosamente in bianco, la cifra la metteva lui. Se non ti stava bene, non stavi alla Juventus. Oggi è esattamente l'opposto con i presidenti ostaggi dei calciatori.
  • [Sulla strage dell'Heysel] Non conoscevamo la realtà dei fatti. Ci era stato detto solamente di un morto in un tafferuglio fuori dallo stadio. Boniperti non voleva giocare per onorare la memoria del tifoso deceduto. Si riunì d'urgenza il comitato dell'UEFA che intimò a Boniperti di giocare minacciandolo di assegnare lo 0-3 a tavolino e di considerarlo da quel momento in poi responsabile di tutti gli episodi che potevano scatenarsi in caso di sospensione dell'incontro. La [Juventus] fu pertanto messa di fronte all'obbligo di scendere in campo. Ribadisco, all'oscuro di quanto stava succedendo. La partita, per quel poco che conta, fu partita vera. Chi dice o crede il contrario non è juventino.
  • [Su Marco van Basten] Era un giocatore completo, forte con entrambi i piedi e abile di testa, gran fisico ma con una tecnica e una velocità nel breve pazzesca. Non aveva punti deboli. E se hai queste doti, metti in difficoltà chiunque.
  • [Su Michel Platini] Innanzitutto una persona intelligente [...]. In campo è uno dei giocatori più forti mai visti in Italia. Tecnica, tattica, astuzia. Nei momenti di difficoltà sapeva sempre trovare il modo di uscirne. Un vero leader.
  • [Su Giovanni Trapattoni] Un grande gestore del gruppo e una grande competenza calcistica. Era paziente, sapeva parlare ma anche ascoltare. Aveva umiltà, sapeva organizzare e programmare tutto, non lasciava nulla al caso.

Citazioni su Sergio Brio

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  • – Brio? No, quello de 'a Juve de tanti anni fa? Quello che dava i carci a Pruzzo?
    – Er bomber de Crocefieschi, esatto! (Boris)
  • Brio si sente molto operaio. [...] Ma mettilo poi contro Pruzzo, Pruzzo di Crocefieschi che gli soffia col baffo insulti anti sud; allora Pruzzo non tocca palla e deve rivolgersi a Casarin. No, Brio è eccentrico. È così serio, così umile, così vero, così intensamente pugliese, così riconoscente ai cronisti per bene, che quasi non penso di avere sbagliato mestiere come mi succede da un pezzo. (Vladimiro Caminiti)
  • Non sappiamo nelle liste di quale partito Sergio Brio sia stato eletto al parlamento, ma è certo che sui campi di calcio gode di una immunità pari a quella degli onorevoli anche se poi il suo stile di gioco è più quello di un extraparlamentare. (Lino Cascioli)
  • Sergio Brio. Come diceva Bud Spencer: "Non c'è cattivo più cattivo di un buono che diventa cattivo". Fisico da Troll, voce in falsetto e animo sensibile. (Sandro Veronesi)

Note

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  1. Citato in Strano black-out bianconero. Zitti sempre, ma non su TV2, la Repubblica, 10 ottobre 1987.
  2. Citato in Tavella, «L'assalto del Vichingo del Sud».
  3. Citato in Tony Damascelli, Brio, 50 anni e un rimpianto «Ora in azzurro giocano tutti», ilgiornale.it, 19 agosto 2006.
  4. Da Agnelli 100, juventus.com, 24 luglio 2023.

Bibliografia

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  • Renato Tavella, 101 gol che hanno fatto grande la Juventus, Newton Compton Editori, 2011. ISBN 88-5412-676-4

Filmografia

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Altri progetti

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