Missione sui iuris

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La missione sui iuris è la forma più embrionale di Chiesa particolare nella Chiesa cattolica. Si tratta di un territorio in zona di missione, dove il Cristianesimo non è per niente radicato, perché il lavoro missionario è ancora nella sua fase iniziale, detta implantatio Ecclesiae (un'espressione latina che significa: "piantare la Chiesa" in una zona dove essa non è presente).

Caratteristiche

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Nella terra di missione ancora non esistono parrocchie, ma solo cappelle e piccole comunità; non esistono preti diocesani, ma solo missionari venuti da fuori; non esiste vescovo, né diocesi, né curia diocesana, ma solo un lavoro di coordinamento tra i missionari presenti.

Quando una missione diventa sui iuris (cioè: "di diritto proprio"), essa inizia appena ad avere una qualche autonomia e una prima forma di struttura; la sua guida viene affidata a uno dei preti missionari, che porta il titolo di superiore della missione ed è nominato dal papa. Con il passare del tempo, e il crescere delle comunità, essa potrà poi diventare prefettura apostolica, vicariato apostolico e, da ultimo, diocesi.

Le missioni sui iuris sono state introdotte nella giurisdizione ecclesiastica con il decreto Excelsum del 12 settembre 1896.[1]

Le attuali missioni sui iuris della Chiesa cattolica sono le seguenti.

Missione sui iuris Sede Istituzione Aggregazione ad una provincia ecclesiastica Superiore
Afghanistan Kabul 2002 - Giovanni Scalese, B.
Isole Cayman George Town 2000 Arcidiocesi di Kingston in Giamaica Allen Henry Vigneron
Funafuti Funafuti 1982 Arcidiocesi di Suva Eliseo Napiere, M.S.P.
Sant'Elena, Ascensione e Tristan da Cunha Sant'Elena 1986 - Tom Thomas Pattasseril, I.C.
Tagikistan Dušanbe 1997 - Pedro Ramiro López, I.V.E.
Tokelau Nukunonu 1992 Arcidiocesi di Samoa-Apia vacante
Turkmenistan Aşgabat 1997 - Andrzej Madej, O.M.I.
Turks e Caicos Grand Turk 1984 Arcidiocesi di Nassau Joseph William Tobin, C.SS.R.
  1. ^ John P. Beal et al., op. cit., p. 508

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