«Io non voglio creare shock. Mi sento semplicemente un outsider».
David LaChapelle, classe 1963, entra giovanissimo nel circuito artistico newyorkese degli anni 80, dove lo nota Andy Warhol, che lo fa lavorare come fotografo a Interview. Con il suo immaginario iperrealistico e lo stile iconoclasta, LaChapelle diventa presto uno dei più celebrati fotografi di moda e celebrities, firma campagne e pubblicazioni, ed estende la sua esperienza creativa ai video musicali e film – come Rize, opera prima del 2005 che racconta la subcultura losangelina del krumping. Le sue immagini, provocatorie, affamate di vita, desideranti, hanno messo in scena, deformandole, le paure e le ossessioni della società occidentale.
La mostra a Napoli
Ora una mostra alla Cappella Palatina del Maschio Angioino a Napoli (dall’8 dicembre al 6 marzo, a cura di Ono Arte e Contemporanea) ripercorrere i momenti più significativi del lavoro di David LaChapelle, dal 1980 a oggi, attraverso 40 opere, alcune inedite provenienti dal suo archivio personale, accostate a immagini iconiche come Behold (2017), sintesi di un tema che intride fin dagli inizi il suo lavoro: la ricerca di spiritualità e la rappresentazione del sacro.
Ecco allora, a comporre un’installazione site specific, gli inediti negativi fotografici dipinti a mano degli anni 80, quando, testimone adolescente dell’epidemia di Aids, inizia a riflettere su quei temi metafisici che avrebbero intessuto tutto il suo percorso creativo.
Il diluvio biblico
Nel 2006, dopo essersi allontanato dal mondo della moda, visita la Cappella Sistina e ne rimane folgorato. E’ l’ispirazione per la serie The Deluge: dove reimmagina un diluvio biblico ambientato a Las Vegas, attraverso rappresentazioni che, come ha dichiarato a Vogue, «mettono in scena, non solo la catastrofe umana e l’apocalisse, ma anche la solidarietà che nasce tra le persone in momenti di crisi, l’aiuto reciproco e la possibilità di riemergere metaforicamente dagli abissi».
Tra le opere in mostra, Rape of Africa (2009), dove Naomi Campbell è ritratta come Venere nelle miniere d'oro africane, e Land SCAPE (2013) e Gas (2013), dove LaChapelle assembla oggetti di scarto per creare modellini realistici di raffinerie di petrolio e stazioni di servizio, reliquie contemporanee immerse in una natura che rivendica il suo primato.