Non solo una città di mare, anche di fiume: è la visione di Olbia a cui ambisce l'amministrazione comunale con l'inserimento del Comune nell'accordo di programma sui Contratti di fiume, piano nazionale per la rigenerazione ambientale e urbana partendo dai bacini dei corsi d'acqua. Presentato ieri mattina in occasione del seminario Le donne dell'acqua e l’oro blu di Olbia: visioni di genere marittime e fluviali, è in fase di avvio il processo per la firma del protocollo d'intesa per formalizzare il Contratto di fiume Parco fluviale Padrongianus Sa corroncedda al fine di riqualificare undici ettari dell'area intorno al bacino che accoglierà le acque (di piena) immesse dal canale scolmatore previsto nel progetto Olbia e le sue acque.

Opere di mitigazione del rischio idraulico e recupero del rapporto della città con i suoi fiumi. Il Comune è assegnatario di dieci milioni di euro da spendere per il primo lotto funzionale. “Con l'adesione all'accordo di collaborazione sui Contratti di fiume con l'Agenzia di distretto idrografico della Sardegna, abbiamo pensato che ci potesse essere la possibilità di rivalutare quell'area, per anni depressa, una parte di città che non ha eguali dal punto di vista ambientale”, ha detto il sindaco, Settimo Nizzi, aprendo i lavori che, con il Contratto di Fiume, hanno confermato la visione del piano Olbia e le sue acque in cui i fiumi da minaccia diventano ricchezza per la città e per il suo sviluppo. Il seminario è un'iniziativa della campagna Le donne dell’acqua, promossa dal Tavolo nazionale dei Contratti di fiume, nata per favorire la valorizzazione del contributo femminile alla gestione delle risorse idriche, alla lotta ai cambiamenti climatici, all'agroeconomia e al turismo sostenibile con l'obiettivo di aprire alla partecipazione delle donne nelle decisioni delle politiche idriche e di quelle connesse.

Nel parterre del Museo, sette donne che hanno condiviso il loro rapporto con l'acqua, tra immagini ed esperienze, e il loro impegno nel territorio in favore di fiumi, mare e coste. All'incontro, che è stato anche l'occasione per raccontare quando il fiume incontra il mare come espressione della comunità e del suo genio, organizzato dalla EU programme manager del Comune, Gianna Masu, introdotto dal coordinatore nazionale del TNCF, Massimo Bastiani, e dalla referente per la Sardegna, Silvia Serreri, hanno partecipato la coordinatrice nazionale de Le donne dell'acqua, Paola Rizzuto, l'architetto Giovanni Maciocco, la tenente vascello della Capitaneria di porto di Olbia, Isotta Gattorna, la pluricampionessa italiana di apnea, Chiara Sanna, la biologa marina dell'Area marina protetta Tavolara Punta Coda Cavallo, Giorgia Nervegna, l'esperta di diritto marittimo, Valentina Planetta, e la direttrice del Nucleo per gli interventi di archeologia subacquea dell'Istituto centrale per il restauro, Barbara Davidda.

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