Jeff Bezos è arrivato nei giorni scorsi a Cagliari per una breve tappa delle sue mirabolanti vacanze da terzo uomo più ricco del mondo. Ha gettato gli ormeggi non di una, bensì di due barche: il mega veliero Koru, un tre alberi di 127 metri, e lo yacht Abeona, un 75 metri che – poiché il boss di Amazon lamentava la mancanza di spazio - serve come imbarcazione di scorta, utile anche come pista d’atterraggio per l’elicottero.

Accanto a queste meraviglie dell’opulenza che viaggia su rotte diverse da quelle dei comuni mortali e dei migranti, nell’orizzonte della città si stagliano in questi giorni anche le barche extralusso Blanca, splendido 52 metri, e MMM, 49 metri. «È l’anteprima di ciò che accadrà al porto storico quando, tra ventiquattro mesi, ci saranno il grande albergo e i servizi per questi grandi yacht», dice Natale Ditel, segretario generale dell’Autorità portuale del Mare di Sardegna. Due anni di lavori, all’incirca. Il cantiere sarà avviato domani, spiega, mentre l’intervento di demolizione della vecchia stazione marittima inizierà ai primi di settembre. «Il porto storico accoglierà solo navi da crociera e grandi yacht, mentre, ma qui l’obiettivo è al 2029, il traffico delle navi merci e passeggeri, andrà tutto al porto canale».

La destinazione

Non solo centro privilegiato della vela, ma anche meta del traffico internazionale dei mega yacht. «Cagliari è una destinazione ormai da qualche anno», sottolinea Ditel. Cita Giorgio Armani, e glissa sui magnati indiani e cinesi, forse i più affezionati alle coste del Sud Sardegna. Intanto va ricordato che a giugno svettava al molo Ichnusa il giga yacht Luminance, 145 metri del miliardario ucraino Rinat Akhmetov; mentre a maggio il molo Rinascita ha accolto la Celebrity Ascent, nave da crociera presa in affitto da Anant Ambani, figlio del magnate indiano Mukesh (l’uomo più ricco del suo Paese) e promesso sposo arrivato a Cagliari con centinaia di ospiti per una delle tappe del suo viaggio prematrimoniale. «Qui trovano privacy e, anche d’inverno, una città viva e vivibile», puntualizza Natale Ditel. «L’obiettivo, tra la cantieristica che stiamo sviluppando nei grandi spazi del porto canale e il futuro centro servizi che garantirà all’armatore e all’equipaggio tutto ciò che può servire nel momento in cui scendono a terra, è fare di Cagliari una destinazione tutto l’anno».

Decenni di vuoto

Filippo Trudu Tronci, amministratore di Karalis Yacht Services srl, puntualizza invece, «i ritardi quarantennali dal punto di vista delle infrastrutture; carenze che, come privati, cerchiamo di colmare con l’altissima qualità del servizio su standard internazionali». Parla dunque da imprenditore che, sulla piazza da quindici anni, ha a che fare con la burocrazia e le carenze della mano pubblica. Così, se sul fronte dei ritardi infrastrutturali dice che manca «un aeroporto che funziona, una logistica passeggeri, una gestione del porto internazionale e sicura», avvisa che manca anche «una gestione moderna e internazionale delle concessioni demaniali marittime». Cagliari, dice, «ha potenzialità enormi, ma questo è un mercato meritocratico: più servizi di qualità sei in grado di garantire, più gli yacht arrivano».

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