L’ultima cosa che si guarda prima di addormentarsi e la prima che si controlla appena svegli. È lo smartphone, l’amico tecnologico di cui non si riesce più a fare a meno. Una vera dipendenza dal mondo virtuale che fra i vantaggi porta con sé anche moltissimi lati negativi con seri rischi anche per la salute, soprattutto fra i giovanissimi come confermato da recenti studi. In Italia l'85% degli adolescenti tra 11 e 17 anni usa quotidianamente lo smartphone e il 72% naviga su internet tutti i giorni, in media i ragazzi trascorrono sei ore della giornata con lo sguardo fisso sul display del telefonino e arrivano a prendere il proprio smartphone in mano 115 volte al giorno. I dati emergono da una ricerca pubblicata sulla rivista Archives of Disease in Childhood: si tratta dello studio di Silja Kosola dei Wellbeing Services County, ad Espoo in Finlandia. I ricercatori hanno contattato tutte le 49 scuole superiori delle più grandi città finlandesi Helsinki, Espoo e Vantaa, coinvolgendo 1.164 studentesse tra i 15 e i 16 anni.

L’indagine

All’inchiesta hanno partecipato oltre 650 ragazzi, della metà degli studenti è stato analizzato l’uso medio giornaliero dello smartphone per tre giorni consecutivi, per gli altri l’uso durante una settimana. È emerso che i giovani passano con lo smartphone quasi sei al giorno, di queste circa 4 sono trascorse sui social. Le ragazze prendono in mano il telefono da 58 a 356 volte al giorno, con una media di 145. Le app di giochi sono quelle più utilizzate da una ragazza su cinque.

Dall’esame si evince che ben 183 adolescenti sono a rischio dipendenza dai social media. E oltre un terzo, 371 in tutto, sviluppano un potenziale disturbo d’ansia. Inoltre l’utilizzo inappropriato dello smartphone influenza negativamente anche la vita di tutti i giorni: più tempo si passa sui social e più bassa è la media dei voti scolastici. E c’è da mettere in conto persino un peggioramento della forma fisica. Secondo i ricercatori la dipendenza dai social incrementa il cattivo umore e la stanchezza ma scatena anche sensazioni di solitudine. “Internet si trasforma spesso in un rifugio per i ragazzi più timidi che hanno difficoltà nelle relazioni con i loro coetanei. L'isolamento, nei casi più gravi, può diventare una vera e propria malattia: si parla in questo caso di un fenomeno chiamato Hikikomori, che espone al rischio di sviluppare malattie psichiatriche. Questo fenomeno, in Italia, riguarda soprattutto i giovani dai 14 ai 30 anni, soprattutto maschi, che trascorrono su internet oltre 12 ore al giorno” si legge in una ricerca pubblicata dagli esperti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Ci sono effetti negativi anche a livello fisico: dai disturbi del sonno (se lo si prima di dormire) ai dolori muscolari e articolari soprattutto al collo e alle spalle; ancora può provocare problemi alla vista. Non va dimenticato che la tecnologia ha anche aspetti positivi e utili per relazionarsi con gli altri. In particolare per gli adolescenti che si sentono isolati e depressi, internet e smartphone, se utilizzati in maniera adeguata, possono fornire un aiuto per migliorare l'umore, sentirsi più autonomi e indipendenti, essere accettati dai coetanei e aumentare l'autostima.

Un tablet utilizzato da un ragazzo (foto Archivio Unione Sarda)
Un tablet utilizzato da un ragazzo (foto Archivio Unione Sarda)

Un tablet utilizzato da un ragazzo (foto Archivio Unione Sarda)

Per evitare di incappare in tutti i rischi dell’era digitale, il ruolo dei genitori e degli insegnanti diventa fondamentale. Spetta agli adulti dare il buon esempio, una buona relazione genitore-adolescente contribuisce a prevenire il rischio di dipendenza. È fondamentale sapere educare i ragazzi al web, al mondo virtuale fin da quando sono bambini proprio come si fa nella realtà quotidiana. “Bisogna spiegare e far capire i pro e contro e attraverso il dialogo, l'ascolto, l'educazione emotiva e le regole, si deve insegnare ai giovani a “vivere” nel web, ad autoregolarsi e assumere un atteggiamento critico rispetto alla rete. Sarà utile far capire all'adolescente che il mondo della rete può diventare una bellissima opportunità di comunicazione alla quale però bisogna prestare attenzione”.

© Riproduzione riservata