Joël Cociani’s Post

Nei giorni scorsi il #Sole24Ore ha dato giustamente evidenza ai risultati di una indagine #Ipsos per Fondazione Barletta sulla perdita di capitale umano nel nostro Paese. Anche se non si tratta certo della prima indagine sul tema, mi ha molto colpito leggere che il 35%, 1 su 3, guarda a opportunità professionali all’estero. Da parte mia ritengo che sia assolutamente positivo che i giovani italiani vogliano mettersi in gioco in contesti e culture diverse, attratti da stipendi più generosi e condizioni più vantaggiose. Dimostrando così di avere determinazione e ambizioni che ci fanno rivedere alcuni cliché su di loro. Tuttavia, come ricordato dal Governatore di #BancadItalia Fabio Panetta nella sua relazione annuale, negli ultimi anni 525 mila giovani, per lo più laureati, hanno lasciato l’Italia per cercare lavoro all’estero e di questi il 70% non intende fare ritorno. Perdiamo quindi migliaia di medici, ingegneri, specialisti nel digitale, che abbiamo formato nelle nostre Università. Si capisce quindi che non si tratta di una esperienza formativa temporanea, ma di un flusso di capitale umano che interessa giovani che oggi hanno strumenti informativi e competenze per guardare al mondo come a un luogo con distanze più ristrette, in cui è più facile muoversi e fare scelte di vita, e per i quali l’Italia è soltanto un punto di partenza. Questo fenomeno poi è tanto più grave se si pensa che su di esso insiste anche il processo di denatalità: siamo sotto i 400 mila nati ogni anno e nei prossimi 30 anni la popolazione attiva, secondo #Istat, crollerà da 37,4 a 27,4 milioni. Mi pare evidente dunque che investire sulle competenze, e quindi ad esempio garantire stipendi adeguati, opportunità di lavoro migliori e più coerenti con il percorso di studio, stabilità lavorativa e professionale, responsabilità crescenti, piani di welfare, è una priorità che se non affrontata diventerà emergenza. A mio avviso, il primo fattore da mettere in atto è la collaborazione tra Istituzioni, Università e aziende che investono in R&D e in piani di trasformazione digitale. Queste ultime vanno sostenute e accompagnate nelle loro strategie di inserimento professionale. Credo inoltre che sia ora di ripensare anche l’offerta formativa alla luce dell’impatto delle nuove tecnologie su un mercato del lavoro in cui nei prossimi anni, secondo FMI, il 50 % delle professioni sarà costituito da lavori che oggi non esistono. Investire sulle competenze, riconoscendo un ruolo più centrale alle aziende, è la condizione per dare all’Italia un futuro in cui progresso economico e benessere sociale vadano di pari passo. #elevateyourgrowth #Future #Lavoro

La passione per la tecnologia non ha gender ❤️   Per questo, per il quarto anno consecutivo, torniamo al fianco di #GirlsTech - iniziativa realizzata da SYX | non-profit Organization - con un programma di corsi online pensati per avvicinare sempre più bambine e ragazze, dai 7 ai 24 anni, alle materie STEM.   Con il nostro progetto #TechIsWoman, che rientra nel più ampio programma #BetterWay, vogliamo ancora una volta sostenere le giovani donne ed ispirarle ad immaginare un futuro senza limiti e stereotipi.   La tematica principale dei corsi sarà l’Intelligenza Artificiale, ed è proprio grazie al linguaggio innovativo e visionario dell’AI che abbiamo aiutato quattro giovani ragazze di età differenti ad immaginare il lavoro e il futuro dei loro sogni:   🏡 l’architetta del domani di una città altamente sostenibile, 👩🔬 una chimica che cerca le nuove cure del futuro, 🤖 una programmatrice esperta di “robottese”, 👩🚀 un’astronauta che balla sugli anelli di Saturno.   Tutti i video di campagna sono stati realizzati, grazie al supporto di Armando Testa, tramite innovative tecniche di generazione A.I. in Stable Diffusion.   A partire dall’8 marzo verranno aperte le iscrizioni alle iniziative dedicate a bambine dai 7 ai 13 anni e per adolescenti e giovani donne dai 14 ai 24 anni. Il progetto di formazione, grazie a docenti ed esperti SYX, si focalizzerà su Intelligenza Artificiale e sviluppo gaming e programmazione e sarà rivolto anche alle figlie di tutti i nostri collaboratori.   Per scoprire di più 👇 https://lnkd.in/drTp9FVc   #MediaWorld #IntelligenzaArtificiale #LetsGo

EDUCARE ALLA STRA-ORDINARIETÀ Il racconto di sé, dei punti di forza e debolezza, per scoprire i talenti e le passioni dei giovani della generazione teen. Un’analisi dell’oggi per scoprire i professionisti del domani. Il progetto Excellentia si pone come un percorso di osservazione, orientamento e formazione dedicato alle nuove generazioni. Q8 è parte di questo progetto, consapevole del proprio ruolo sociale e di stimolo culturale, perché investire nei giovani significa investire nell’energia del futuro.

Il Sole 24 Ore: La Generazione Z sta lasciando l'Italia. Il 35% è pronto a espatriare per migliori opportunità lavorative. Se c'è una cosa che ho imparato, dopo quasi 30 anni all'estero, è che la notizia della 'fuga dei cervelli' va sempre bene. Ogni anno vengono pubblicate ricerche a riguardo, che dicono inevitabilmente la stessa cosa. Una previsione semplice? Nei prossimi giorni i vari 'new media' (Will, Factanza, etc.) riprenderanno la notizia con la solita litania dell'ovvio: non siamo pagati, non siamo apprezzati etc. È un fatto, per carità, ma le lagnanze che ogni volta ne emergono... 🤦♂️ Pensiamo a come uscirne, piuttosto. Il Sole: La recente indagine Ipsos per la Fondazione Barletta lancia un allarme sul futuro del nostro capitale umano. Il 35% degli under 30 italiani è disposto a lasciare il Paese in cerca di opportunità e salari più elevati, con l'85% pronto ad allontanarsi da casa per un lavoro gratificante. Questa tendenza coinvolge professioni ad alto valore aggiunto come medici, ingegneri e specialisti ICT, mettendo a rischio il futuro economico dell'Italia. Nonostante la denatalità e l’emigrazione dei giovani, il nostro Paese deve fare i conti con un panorama lavorativo poco attrattivo. Tra il 2008 e il 2022, 525mila giovani sono emigrati e solo un terzo di loro è tornato. I laureati che lavorano all'estero guadagnano in media il 58,7% in più rispetto a chi resta in Italia. Le prospettive non sono incoraggianti: entro il 2040, la forza lavoro italiana diminuirà di 5,4 milioni di persone. Le nuove generazioni devono essere consapevoli delle opportunità offerte dall'Itali e non solo nei settori del turismo, moda, tecnologia e agroalimentare. Solo così possiamo evitare di perdere una parte significativa della nostra futura classe dirigente, medica, ingegneristica e artistica. Ma evidentemente, a cominciare dalla scuola, in pochi lo hanno raccontato alla nostra Generazione Z. My 2 cents Ognuno di noi ha il diritto (direi quasi il dovere) di cercare di realizzare un proprio progetto di vita. A livello professionale ed umano. Partire non è mai semplice e non è mai un fallimento, è sempre un arricchimento umano. Come dice l'articolo, il problema è far capire ai nostri ragazzi e al mondo intero, il valore e le possibilità che si possono cogliere anche in Italia. C'è chi ci crede più di noi (mi viene in mente un recente video di Alec Ross) e forse dovremmo insegnare proprio questa autostima per aprire gli occhi ai nostri ragazzi. Ma non biasimiamo nessuno se parte per realizzarsi e speriamo che ci riesca! - Sono Matteo Cerri. Su LinkedIn e dalle colonne di Millionaire scrivo principalmente di esperienze imprenditoriali, storie di italiani all’estero e di rigenerazione dei piccoli comuni italiani con ITS ITALY®. Nella mia newsletter aperiodica ‘Esco quando voglio’ parlo di quello che mi pare e piace. Per iscriverti alla newsletter: https://lnkd.in/enPRAK_B #GenerazioneZ #Lavoro #Italia #Opportunità #italianiallestero

Si chiamano "Anziani", i Boomer per via del boom economico anni ‘60/‘70 Sono nati negli anni 50 e 60. Sono cresciuti negli anni 70 e 80. Hanno studiato negli anni 70-80. Uscivano insieme negli anni 70-80-90. Si sono sposati e hanno scoperto il mondo negli anni 70-80-90. Hanno vissuto in prima persona gli anni di piombo. Hanno vissuto in diretta bianco e nero la guerra in Vietnam Hanno fatto il servizio militare. Facevano sport attivo anche senza diventare dei campioni, ma per loro stessi. Hanno fatto tante fesserie credendosi invincibili, hanno perso, ma sono e sono state esperienze di vita. Hanno visto 6 Papi, da Giovanni XXIII all’attuale Francesco Si sono avventurati negli anni 80-90. Si sono stabilizzati negli anni 2000. Sono diventati più saggi nel 2010. E vanno saldamente oltre il 2020. Sembra che vivano diversi decenni... DUE secoli diversi... DUE millenni separati... Sono passati dal telefono con un operatore di chiamate a lunga distanza a videochiamate in qualsiasi parte del mondo. Sono passati dalle diapositive a YouTube, dischi in vinile alla musica online, lettere scritte a mano a e-mail e WhatsApp. Dalla radio giochi in diretta, alla TV in bianco e nero, alla TV a colori e poi alla TV 3D HD. Sono andati al negozio di videocassette e ora guardano Netflix. Hanno conosciuto i primi computer, schede perforate, dischetti e ora abbiamo gigabyte e megabyte sui nostri smartphone. Indossavano pantaloncini per tutta l'infanzia e poi pantaloni, Oxford, razzi, gusci completi e jeans blu. Hanno evitato il vaiolo, la paralisi infantile, la meningite, la polio, la tubercolosi, l'influenza suina e ora il COVID-19. Andavano su pattini, tricicli, biciclette, ciclomotori, auto a benzina o diesel e ora guidiano ibridi o elettrici. Sì, ne hanno passate tante, ma che vita hanno avuto! Potrebbero descriverli come "esemplari", persone nate in questo mondo degli anni cinquanta, che hanno avuto un'infanzia analoga e adulta digitale. Hanno tipo "Ho visto tutto"! La loro generazione ha letteralmente vissuto e assistito più di chiunque altro in tutte le dimensioni della vita. È la loro generazione che si è letteralmente adattata al "CAMBIAMENTO. " Un grande applauso a tutti i membri di una generazione molto speciale, che sarà UNICA!

COSA VUOI FARE DA GRANDE?   È la domanda che da sempre mette pressione ai giovani.   La responsabilità penso sia di noi adulti che ragioniamo in termini statici, come se il mercato del lavoro fosse immobile e trovare una direzione facile.   Io stesso, quando ero adolescente, non sapevo cosa fare da grande.   Provo empatia dunque verso i giovani che non hanno una risposta a questo quesito - mi rispecchio nella difficoltà per un 18enne di avere le idee chiare.   Cambiamo prospettiva per un attimo: pensate davvero che chiedere “cosa vuoi fare da grande?” sia la domanda giusta da fare?   Viviamo in un mondo in cui ogni 10 anni una nuova tecnologia rivoluziona la nostra vita e a cascata anche il mercato lavorativo.   Un ragazzo o una ragazza non può prevedere il futuro.   Non può avere un’idea cristallina di quale professione voglia intraprendere in un contesto professionale così liquido, mutevole.   La mia proposta è di cambiare la prospettiva.   Impariamo a chiedere ai ragazzi come si aspettano di affrontare l’evoluzione del mercato del lavoro. E soprattutto diamogli gli strumenti per farlo.   Su questa scia, vi racconto un caso virtuoso in #UnCaffèConAlessandro. Riguarda Aeroporti di Roma e la formazione di 50 giovani neolaureati.

Questo è uno dei grafici più importanti per capire il mondo contemporaneo. I dati riguardano Europa e America del nord e sono in % sulla popolazione, quindi confrontabili lungo gli anni. Dal 1950 a oggi il netto tra nascite e morti è passato gradualmente da ampiamente positivo a negativo. L’immigrazione è cresciuta in modo lineare (e continuerà a crescere). I paesi occidentali sono destinati ad invecchiare, fare pochi figli e avere una immigrazione da paesi poveri e giovani. La differenza tra paese e paese sarà su quanto bene gestirà questi fenomeni

Il #cgimarketing è una branca del settore che ci ha sempre affascinato. La capacità di trovare il contenuto giusto, nel momento giusto e che abbia un impatto davvero forte è una sfida in cui pochi riescono. . Il nostro indole è molto legato al #thinkingoutofthebox; perciò, campagne che fanno della #creatività l’arma principale ci fanno innamorare ogni giorno del nostro #lavoro. . Parliamo di fatti: esce l’ultima stagione di #SexEducation, sei #Netflix e devi sponsorizzarla in qualche modo. Cosa fai? Certamente non quello che hanno scelto di fare loro. . Devono arrivare a più persone possibili con una #campagna che abbia un impatto imponente. Benissimo, hanno scelto di usare il #UGC, user generated content. . Buenos Aires, un giorno come un altro: la città si sveglia con un gigantesco #condom che si infila sull’obelisco di Plaza de la Republica con l’iscrizione “SEX EDUCATION”. Da questo momento, i social si scatenano: tutti ne parlano, tutti commentano, tutti spargono la voce e tutti entrano in contatto con la serie (essenzialmente l’obiettivo della campagna). . Una campagna, un’idea, un successo. Assolutamente #geniale 💡 #showreel #caosingegnerizzato #saperfare

Ora che è passato un po’ di tempo lo racconto. Un collegamento amico, che già lavora lì, mi chiede di fare #colloquio per startup della Silicon Valley. Il lavoro sarebbe free lance e si tratta di costruire dei #chatbot (fantastico, mi interessa molto #NLP e vorrei chatbottare tutto il giorno). Studio una settimana per prepararmi a quella che viene definita una “chiacchierata informale” (ma non si sa mai) con questo HR, tale John. Arriva il giorno, apro la call, e mi rendo conto che John è in realtà un #AI. (era scritto da qualche parte ma non l’avevo notato). Rimango un attimo interdetta dalla cosa e poi procediamo. John, noto, è poco avvezzo ai convenevoli: non perde tempo e comincia subito a spararmi domande tecniche a tappeto. Che indelicatezza, dico. Almeno conosciamoci un po’ meglio. Ma andiamo avanti… John è ben addestrato: capisce perfettamente le mie risposte e basa le domande su quello che dico. Mentre parliamo mi domando se abbia senso sorridere o tenere un atteggiamento umanamente professionale. Opto per un mezzo sorriso macchinoso, così ci intendiamo. …Dopo 10 giorni di attesa mi arriva la mail: ho passato il colloquio. Lo comunico all’amico che dice io sia stata l’unica a passarlo, di quelli da lui raccomandati. Siamo entrambi entusiasti, benissimo. Devo giusto fare un altro piccolo test tecnico. Un po’ di Python qui e lì, e che problema c’è? Sembra che io stia per iniziare a chatbottare da un momento all’altro. Che contentezza. Che giubilo. …sono comunque stupita. So che il job market dei data scientist al momento non è buono negli USA. Migliaia di professionisti ben più qualificati di me non trovano lavoro. Quindi perchè dalla Silicon Valley cercano in Italia? Manodopera a basso costo? Può essere… Studio altre due settimane per il secondo colloquio, sono così presa da questo papocchio che nel mentre mi salta un esame all’università. Dopo due settimane, nessuna notizia. Passano altri giorni, alchè esasperata, e dietro consiglio del collegamento amico, contatto direttamente il CEO della startup e gli dico con parole inglesi ma spirito napoletano “uagliò c’amma fa?” Mi risponde che 𝗻𝗼𝗻 sono stata presa nella start up. Invece mi hanno inserito nel loro “pool di talenti” per lavori futuri ed eventuali. Scocciatissima per la nebulosità della situazione comincio a cercarli online, (cosa che ho imparato va fatta prima, non dopo, n.d.r) e leggendo quì e lì dagli utenti di Reddit scopro l’amara, cruda, 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝘃𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮’: la start up fa colloqui a tappeto per addestrare John. Dopotutto John è un HR e la start up si propone come “an improved hiring method”. La guerra dei dati è appena agli inizi. Non ci si può nemmeno piú fare un colloquio in santa pace senza addestrare le AI di qualcuno. Inutile dire che mi sono subito tolta dal “pool di talenti” perchè questo modo di operare sul mercato non mi piace affatto. Watch your data! #interview #colloquio #datascience

📚 Sᴄᴜᴏʟᴀ ᴄʜɪᴜsᴀ? Nᴇssᴜɴ ᴘʀᴏʙʟᴇᴍᴀ, ᴄ'ᴇ̀ ʟ'ᴜꜰꜰɪᴄɪᴏ-ᴀᴘᴇʀᴛᴏ! 🌐 🧭 Questo post si discosta dai miei soliti argomenti sull'Intelligenza Artificiale, ma voglio approfittarne per 𝐫𝐢𝐧𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐝𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧𝐚 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚. 🌟 Lunedì prossimo, di fronte alla chiusura della scuola e alla sfida di gestire mio figlio durante il lavoro, un'ottima iniziativa della mia azienda mi offre una soluzione perfetta, trasformando un potenziale problema in un'opportunità. 🎭 Dalle attività ludiche al laboratorio Circo-Teatro, passando per il pranzo insieme fino alla festa in maschera di Carnevale, sarà una giornata ricca di sorprese per i piccoli ospiti.🎈 🎨🤹♂️È un modo geniale per 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐞 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨, mostrando ai nostri figli dove trascorriamo le giornate. 👏𝐔𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐩𝐥𝐚𝐮𝐬𝐨 𝐞 𝐫𝐢𝐧𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐠𝐡𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐞𝐝 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐞𝐬𝐢𝐠𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐩𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢. 💼🎉 Lunedì si preannuncia una giornata di lavoro un po' diversa dal solito... mio figlio non sta più nella pelle 😄 #FamilyDay #WorkLifeBalance #EventoInUfficio