![La luce naturale e il paesaggio montano della Valfurva entrano armonicamente all'interno di questo caldo rifugio...](https://cdn.statically.io/img/media-assets.ad-italia.it/photos/658d8345689fa87a4ad31fe2/16:9/w_320%2Cc_limit/SALOTTO2_LUPETTALIER.jpg)
Lupettatelier cura il progetto di una casa di vacanza in Valfurva, un rifugio di montagna lontano dalla città che profuma di legno, musica e design. E con una vetrina privata sulle alpi.
A Teregua, a metà strada fra Bormio e Santa Caterina di Valfurva, nel cuore della Valtellina, Lupettatelier progetta l’interior di una rifugio di montagna, all’interno di un maso del Settecento. Fra i dolci pendii di questo paesaggio montano lo studio di architettura e interior design meneghino si pone in congiunzione con il contesto naturale dell’edificio, trasportando le essenze e i colori della valle all’interno dell’appartamento. I proprietari di casa sono due creativi, per passione e professione, lei architetto, lui musicista nel tempo libero, e amano passare i loro weekend all'insegna del comfort che solo la montagna sa regalare. Nei pomeriggi di inverno, quando il sole tramonta e il cielo si tinge di rosa la montagna retrostante l’edificio diventa un catalizzatore di luce creando una sinuosa scenografia sullo sfondo. La natura padroneggia così sull’architettura dettando le sue leggi e guidandone la progettazione. L’edificio, che anticamente era adibito ad attività agricola, è stato recuperato dallo Studio Zazzi in tutte le sue parti, a partire proprio dai materiali originali che presentava in facciata e negli interni. Le antiche tracce del manufatto sono così tornate alla luce salvaguardandosi come elementi di pregio all’interno dello stesso edificio, che oggi, al primo sguardo, sembra essere fermato a un tempo passato.
Il legno che regna sovrano sull’architettura
Il legno di Larice è senz’altro il protagonista di questo progetto, scelto per la sua venatura leggera e per la sua tonalità delicata, ma al tempo stesso calda. Lupettatelier utilizza questo materiale per dare vita a una vera e propria scatola che ospita al suo interno gli ambienti e le funzioni della casa di villeggiatura lontana dalla frenesia della città. «I materiali che caratterizzano il progetto sono sostanzialmente due: il legno di Larice e Pino per i pavimenti, le pareti e gli arredi, ed il ferro per il camino, i dettagli e le lampade» dice Isabella Franco a proposito delle scelte materiche che «hanno deciso l’andamento dell’intero progetto». Infatti anche gli arredi fissi e le pareti sono stati «trattati a legno, modi boiserie, per poter includere le tre porte della zona notte» utilizzando questo stratagemma infatti le linee delle porte non si distinguono fra le venature del legno e creano un tutt’uno con la parete, senza interruzioni visive «così come la testata del letto nella suite matrimoniale e i letti nella seconda camera, che incorporano i volumi dei comodini». Per fino il mobile del bagno e la scala in ingresso sono un pezzo unico in legno di Larice. L’eccezione? La pietra locale utilizzata per il rivestimento del bagno: entra per fino nella cabina doccia e crea un bel contrasto cromatico con il calore del legno.
Il fuoco, oggi come allora, è il cuore della casa
E come la storia ci insegna il fuoco è l’elemento per eccellenza in grado di riunire e di fortificare, ed è proprio attorno a questo concetto che ruota il progetto architettonico di questo rifugio di montagna. «Vista la posizione della canna fumaria, in centro alla casa, abbiamo optato per un camino circolare che si potesse godere da ogni stanza» dice l’architetto «senza perdere alcun dettaglio e senza ingombrare la visuale» sulle Alpi.
Il modello scelto è un totem, in ferro, dalle linee sinuose, che si erge come un monumento all'interno della living room, quasi a sottolinearne la presenza, indiscusso protagonista dell'appartamento. Una sorta di scultura a tutto tondo che abbraccia lo spazio e lo definisce «aleggiando come sospeso a mezz’aria» creando come un filtro fra la zona notte e la zona giorno.
Il design che funziona anche ad alta quota
Come qualsiasi progetto che si rispetti il design non può mancare, in forma rispettosa e per niente invasiva, si distribuisce qua e là tra un angolo e l’altro dell’appartamento. I pezzi scelti con cura e passione dalla proprietaria di casa si mescolano in maniera armonica con gli strumenti musicali di lui, componendo una delicata melodia. E così accanto alle chitarre acustiche troviamo la Blendy di De Padova e la coppia di lampade Gatto dei Castiglioni per Flos, o ancora attorno al tavolo da pranzo, sotto all’ampia vetrata che guarda la valle un set di Sedie Medea anni Cinquanta di Vittorio Nobili per i Fratelli Tagliabue. «Cimeli vintage di altre epoche gravitano accanto a tessuti morbidi e avvolgenti, come il tappeto di Alberto Levi Gallery e la coperta di Ruga Perissinotto. Spiccano anche oggetti iconici del design contemporaneo, mentre a decorare l’ambiente con un tocco di luce ci pensano gli oggetti in ottone di Mingardo».