![casa sostenibile](https://cdn.statically.io/img/media-assets.ad-italia.it/photos/664f3073fe0a1d285939001d/16:9/w_320%2Cc_limit/Oatlands_Shot4_589%25202.jpeg)
Scopriamo le linee sinuose di Oatlands House, l'ultimo progetto di Jase Sullivan affacciato sui verdissimi campi del Killara Golf Club a Sydney.
Una casa sostenibile, dall'atmosfera country classica e dalla fisionomia contemporanea
Architetture che raccontano una lunga storia che attraversa due secoli, una serie di isolati con ampi e splendidi giardini, un sobborgo che a prima vista può apparire tradizionale. La prima sensazione che avvolge il visitatore mentre attraversa Killara, a Sydney, è un immediata sensazione di benessere.
Il nuovo volto di Killara
Ma non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze, non stiamo parlando di un ancient village: negli ultimi anni, questo suburb a pochi chilometri dal centro della città ha cambiato gran parte della sua identità. A uno sguardo più attento spiccano le maestose sagome delle nuove case padronali e le fisionomie contemporanee dei nuovi insediamenti privati. È facile lasciarsi conquistare dal fascino di queste vie tranquille e punteggiate di verde. Per Killara, adagiata su una collina ricoperta di alberi e con strade ampie e spaziose, il termine “area residenziale” è più che opportuno.
Non è un caso che in questa località trovi spazio l'omonimo Golf Club, uno dei più importanti di Sydney. I suoi fairway ondulati e alberati, i corsi d'acqua e i panorami unici assicurano un round divertente e impegnativo. Il KGC è stato fondato nel 1899 e la storica Clubhouse, che si affaccia sul campo e sui giardini, emana un'atmosfera classica, la stessa dell'intero quartiere.
Totale libertà creativa
Quando i proprietari di Oatlands House hanno contattato l'interior designer Jase Sullivan per riprogettare la loro dimora a Killara, non avevano ancora maturato un'idea precisa di ciò che desideravano. Per questo hanno lasciato totale libertà a Jase, che ha molto apprezzato il loro atteggiamento. «Volevano che avessi campo libero quando si trattava di progettare. La loro nonna viveva a Wimbledon, nel Regno Unito, è stata una delle prime persone a far costruire una scala sospesa nella sua casa», racconta il designer. «Li consigliati di dire sì a tutto ciò che proponevo e di non ostacolare il flusso della creatività. Una nonna saggia!».
I clienti hanno espresso fin da subito una loro personale convinzione: desideravano una casa completamente sostenibile, con costi minimi di manutenzione, una casa potenzialmente eterna e pronta a passare di mano in mano. L'impresa non era delle più semplici e comportava corposi interventi che avrebbero coinvolto gran parte dell'edificio, come nel caso dell'area principale. «È stata la sfida più ardua da affrontare. È un ambiente molto grande, con una sola parete, mentre le altre sono di vetro e hanno le dimensioni di una sala conferenze» continua il designer. «Ho dovuto quindi pensare a un modo per dividere l'area e renderla accogliente. Il rischio era che diventasse qualcosa di cavernosa e molto impersonale».
Fra arte e natura
In realtà Oatlands House ha ben poco di impersonale. Il tocco di Jase Sullivan rende ogni ambiente originale ed esalta le potenzialità di questa casa, un luogo del cuore in cui anche l'arte ha un ruolo di primo piano. Nel living spicca una bellissima opera d'arte di Joshua Yeldam, una tecnica mista che combina pittura, ceramica e legno.
È una sorta di nume tutelare della casa. «La trovo molto coerente con il resto del mio lavoro. Josh è il mio artista preferito, l'ha creata mentre era confinato in casa durante la pandemia», ricorda Jase. «Rappresenta lui stesso mentre guarda il panorama attraverso una finestra. L'opera rende esplicito il suo desiderio di evasione in un periodo problematico, una ricerca spasmodica di contatto con la natura in quel momento così distante».
Architettura e design: un lavoro in simbiosi
Quando Jase Sullivan ha cominciato il suo lavoro, Oatlands House era stata terminata da poco più di un anno, ma il concept complessivo rivela una sorprendente sintonia fra architettura e interni, un dettaglio non certo trascurabile: «Sono felice che questa coerenza sia visibile a prima vista» puntualizza il designer. «La casa sostituito una fatiscente brownstone degli anni Settanta. Julien Brenchly e io abbiamo lavorato in completa armonia per creare una casa modernista che potesse resistere al trascorrere del tempo. Era una delle aspettative dei proprietari e penso sia stata soddisfatta».
Ma quali sono le scelte che il designer ritiene più importanti? «È difficile scegliere. Adoro la lampada da terra “Juno” di Vico Magistretti per Artemide, è perfetta accanto al divano Desede DS600» afferma Jase. «La sua altezza si adatta perfettamente alla scala. Poi mi affascina il modo in cui i bordi a forma di rasoio del tavolino vintage Catavento sembrano intagliati nel tappeto Flokarti».
Chi è rimasto senza dubbio affascinato dal risultato finale sono i proprietari: «Adorano la loro nuova casa e hanno detto che supera ogni loro immaginazione», conclude la designer. «Siamo diventati grandi amici e abbiamo persino organizzato un viaggio insieme alle Hawaii!».
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