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A Porto Ercole apre LA ROQQA, nuovo hotel immerso nella macchia mediterranea e affacciato sul blu del mare della Toscana. Un progetto di Ludovica Serafini+Roberto Palomba.
Sul Monte Argentario un nuovo hotel, frutto del progetto di hospitality di Ludovica Serafini+Roberto Palomba a Porto Ercole domina uno dei più bei tratti di mare della Toscana. Si chiama La ROQQA ed è una delle più attese aperture dell’estate 2024 in Toscana e in Italia. Situato sul promontorio del Forte di Porto Ercole, all’ingresso del borgo vecchio, LA ROQQA domina Porto Ercole e il Monte Argentario dall’alto, e si affaccia sull’Orto Botanico Corsini e il porto turistico.
Approccio olistico sul Monte Argentario
La filosofia de LA ROQQA nasce dal dialogo silenzioso con il paesaggio circostante, il mare da una parte e le colline della Maremma dall’altra, in perfetto accordo con l’approccio olistico alla progettazione dello studio Ludovica Serafini+Roberto Palomba. Ogni dettaglio è stato pensato e sviluppato nell’ottica di una visione complessiva, corale, in cui ogni voce contribuisce all’armonia dell’insieme. La cifra stilistica di Ludovica Serafini+Roberto Palomba si muove attenta alla grammatica della terra, alla sua poetica. La macchia mediterranea in cui La ROQQA è immerso si fa colore, ritmo, spazio all’interno, in una profonda connessione con la natura, dove la luce e il senso di libertà sono le note dominanti dell’insieme. «Il progetto, nato in collaborazione con la proprietà, ha voluto essere radicato profondamente nella realtà territoriale», dice Ludovica Serafini.
Dal territorio agli interni, l’obiettivo è quello di legare strettamente il progetto al luogo, creando un’architettura sostenibile a km 0 che abbraccia gli ospiti e l’ambiente circostante per creare benessere in chi utilizza gli spazi dell’hotel. «Tutti gli ambienti di La Roqqa, comprese le 55 camere e suite, trasmettono un senso immediato d’appartenenza, infatti tutta l'analisi dei valori del territorio è divenuta struttura portante dell'intero progetto di interior design e si declina in tutti i suoi colori e matericità. I toni del cielo, della sabbia e della macchia mediterranea si ritrovano all'interno del progetto come tonalità delle pareti, del pavimento e dell'intonaco e degli arredi creando una forte connessione con l'ambiente circostante. In risposta alla precisa richiesta del committente abbiamo progettato la rigenerazione dell’edificio e l’experience degli ospiti che vivranno quegli spazi», dicono gli architetti.
Il brief, da parte della proprietà, ovvero Erqole, società italiana del gruppo svedese Qarlbo AB dell'imprenditore svedese Conni Jonsson, era stato chiaro, quasi scontato: trasformare un hotel anni Ottanta ormai superato in un nuovo polo di attrazione, espressione architettonica e stilistica della Dolce Vita. «Ma la Dolce Vita per noi italiani è un film, non una corrente culturale», dice Ludovica Serafini. «Allora abbiamo pensato che l’epoca in cui è stato girato il film è stata un periodo d’oro per il design. Ecco quindi che abbiamo trasformato il brief nella nostra visione della Dolce Vita: aziende italiane e grandi maestri per tutto ciò che si trova all’interno dell'hotel. E ogni passo è stato raccontato e condiviso con la proprietà, che l’ha capito e appoggiato. Abbiamo anche riproposto l’arco toscano - di cui l’hotel era pieno - in versione ribassata, che reinterpreta le proporzioni degli ambienti. E scelto tre colori cardine (+ uno) che riverberassero quelli del territorio: il rosso della terra, il verde del bosco e il blu del mare (+ il sabbia per alcuni ambienti comuni e per le suite)». Pratici e materici i rivestimenti: seminato a grandi piastrelle nelle camere, ceramiche custom dello studio anche per i tavoli del ristorante Scirocco, del Mezzanino e della Rooftop Lounge Bar (realizzati da Ceramiche Vietri Scotto) e resina.
La sostenibilità viene interpretata in tutte le sue sfaccettature, sia micro, sia macro: dagli arredi realizzati con materiali sostenibili certificati, alle borracce in alluminio riutilizzabili che possono essere riempite d’acqua direttamente in camera regalate agli ospiti, fino alla flotta di biciclette elettriche a disposizione. Ma non solo. La sostenibilità è anche restituzione, che si declina nell'impiego di personale locale (il 75% dei dipendenti di LA ROQQA arriva dal Monte Argentario o dai dintorni) e nella distribuzione quotidiana di cibo inutilizzato tramite la Caritas a famiglie e persone bisognose. E poi c'è l’Orto Giusto. Ve ne accorgerete sfogliando il menù: le verdure proposte nei piatti dello chef Francesco Ferretti non sono come tutte le altre. Provate gli "Spaghetti agli otto pomodori", frutto di mesi di ricerca, in collaborazione con i ragazzi e le ragazze di questo progetto di agricoltura sociale. Attraverso la coltivazione e la cura di un orto, ragazze e ragazzi con disabilità, possono sviluppare le loro autonomie personali, imparare un mestiere e sperimentare l’inclusione lavorativa. L’Orto Giusto produce ortaggi stagionali seguendo le tecniche della tradizione contadina toscana e, per contribuire alla sostenibilità del progetto, vengono venduti ad alcuni Hotel e ristoranti della zona, tra i quali LA ROQQA.