CASE

Tende per dividere gli spazi? Questo appartamento è la prova definitiva che le pareti non servono!

Il progetto Thinner Wall di BeAr Architects in collaborazione con lo studio Acha Zaballa ha creato una dimora a Bilbao con un nuovo concetto di privacy.
Tende per dividere gli spazi Questo appartamento è la prova definitiva che le pareti non servono
© LUIS DIAZ DIAZ

Tende per dividere gli spazi, una scelta intelligente e un esperimento riuscito.

BeAr è uno studio di architettura guidato da Ane Arce e Iñigo Berasategui che esplora le possibilità dell’architettura come pratica discorsiva. Uno dei loro ultimi progetti, in collaborazione con lo studio Acha Zaballa, evoca questa filosofia come pochi altri.

La casa Thinner Wall nei pressi di Bilbao è la trasformazione di una casa di famiglia con tre camere da letto in una abitazione per una coppia, con un grande spazio unico continuo e una stanza separata per lo smart working. È il trionfo di una progettazione in linea con le esigenze del presente. È un progetto il cui intervento cerca di sfruttare i limiti dell’abitazione e di proporre un interno il cui uso è condizionato solo dalla performatività dei mobili che lo abitano.

Thinner Wall (o il potere di una tenda)

LUIS DIAZ DIAZ

Come raccontano da BeAr, la grande sfida di Thinner Wall è stata quella di creare uno spazio abitativo unico, dove tutto accade e tutto può accadere. La sfida stava tutta nel ridurre al minimo i gesti per creare una nuova privacy in accordo con il momento attuale, adattando gli usi senza chiudere, nascondendo quel tanto che basta e lasciando che tutto fosse un “gioco di veli”, usando non le pareti, ma le tende per dividere gli spazi.

Thinner Wall, il nome che abbiamo dato al progetto, espande l’idea già utilizzata in altri progetti di cercare di ridurre al minimo il peso dell’architettura, delle partizioni, degli elementi divisori cercando di risolvere queste divisioni o cambiamenti d’uso attraverso arredi o elementi mobili come le tende”, dice Iñigo Berasategui.

Il binario delle tende è stato utilizzato come asse della casa.

LUIS DIAZ DIAZ

In questo caso, l’idea viene addirittura ampliata lasciando le tracce delle pareti divisorie sul pavimento per preservare quello esistente con piastrelle di ceramica verde. Le pareti divisorie vengono abbattute, le loro tracce vengono riparate, le loro porte vengono riconosciute come parte giocosa di ciò che c’era e la cucina (dove brilla un grande pezzo di granito brasiliano), gli scaffali, la testiera e gli armadi sono progettati come mobili fissi.

“Il binario delle tende è stato utilizzato come asse della casa e una selezione di mobili è stata utilizzata per completarlo con pezzi iconici come le sedie Marianela di Enzo Mari o il divano dello stesso designer, tavoli in legno locale di Alki o sedie in metallo di Magis”, aggiunge Iñigo.

Una soluzione intelligente.

© LUIS DIAZ DIAZ

Ci sono anche le torsioni, i mobili bassi, le porte della casa originale che vengono reinserite nella grande libreria come elementi illogici e la tenda che attraversa lo spazio in diagonale con quel prezioso tessuto di Kvadrat che tinge di giallo tutta la luce.

“Il ruolo della tenda è stato sempre centrale, fin dai primi schizzi”, spiega Iñigo Berasategui racconta ad AD: “ L’obiettivo era quello di spezzare l’apparente casualità dei mobili con una linea diagonale rigida che ‘interrompe’ la casa con un binario che la attraversa”.

© LUIS DIAZ DIAZ

A sua volta, l’ispirazione per Thinner Wall proviene da abitazioni studio di artisti come The Factory, dove continenti asettici diventano luoghi di fantasia e di creazione grazie a un arredamento attento e al tempo stesso casuale.

Una casa concepita per una coppia che lavora da casa

La dimora è stata concepita per una coppia che lavora da casa. Uno di loro fa videochiamate continue, il che ha richiesto la separazione delle stanze. Per questo motivo, si è deciso di mantenere una delle stanze esistenti e di trasformarla in una sala per il telelavoro e le conferenze, in modo da non contaminare lo spazio continuo con il proprio rumore.

© LUIS DIAZ DIAZ

Allo stesso tempo, la camera da letto appare come un altro elemento di arredo nello spazio continuo. “Con questa testata-canapè che ho progettato sul lato per fungere da comodino. Questo pezzo è girato in risposta alla facciata della tenda e cerca la vista sulla terrazza”, conclude Iñigo. È il trionfo del dileggio dei confini e della ridefinizione del concetto di intimità. Reinventare la poesia dell’abitare secondo il momento presente.

Articolo originale pubblicato su AD Spagna, adattato da Paola Corazza.

Leggi anche