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Egemonia dopo Gramsci (6): L’egemonia all’ombra del “post” a cura di Fabio Frosini, Marco Gatto e Giacomo Tarascio Urbino, 8-10 maggio 2024 Con il sostegno del fondo per manifestazioni di rilevante interesse scientifico dell’Università di Urbino Carlo Bo e del Dipartimento di Studi Umanistici in collaborazione con: Università di Pavia, Dipartimento di Studi Umanistici Università della Calabria, Dipartimento di Studi Umanistici Centro interuniversitario di ricerca per gli studi gramsciani
After a retracement of the history of the seminar on Hegemony after Gramsci: A Reassessment, and a reconstruction of its origin and purposes, the paper presents the special issue hosted by this journal. The articles included in this section deal with a wide series of topics, ranging from the contributions on the category of hegemony produced in Italy and France in the first decades after the publication of Gramsci's Prison Notebooks, to the Gramsci/Foucault connection, Portantiero's and Aricó's interpretations of hegemony, translatability and the notion of conjuncture; Althusser's and Poulantzas's contributions to the theory of the State; and the so called " neo-gramscian " school in the study of international relations. More generally, this issue intends to be a first contribution to the more general aim of the seminar, that is, to realise a meticulous and possibly complete mapping of the uses of hegemony after Gramsci.
Consecutio rerum
La sesta tesi tra Gramsci e Althusser2016 •
Le Tesi su Feuerbach sono un testo con uno statuto assai particolare all'interno della tra-dizione marxista. Scritte da Marx a Bruxelles nella primavera del '45 probabilmente per fare il punto sul proprio percorso ilosoico, sono state pubblicate per la prima volta da Engels in appendice al Ludwig Feuerbach nel 1888 con una serie di modiiche che avevano lo scopo di facilitarne la lettura e la comprensione e nella versione originaria da Riazanov nel 1925-1926 nel I volume del Marx Engels Archiv. Queste tesi hanno avuto grande peso nella storia del marxismo, nella misura in cui, nella loro sinteticità, sembrano essere il gesto inaugurale di una nuova teoria. Il compito che ci porremo all'interno di questo saggio sarà quello di tracciare un tratto di questa storia limitatamente all'interpretazione della VI tesi, mettendola in tensione tra la lettura di Gramsci e quella di Althusser.
Il dramma della morte in carcere del grande intellettuale sardo. Riletto attraverso un’illuminante nota dantesca nel nuovo libro di Noemi Ghetti «Gramsci nel cieco carcere degli eretici» (L'Asino d'oro edizioni) - Recensione di Elisabetta Amalfitano in 'Left' 8-11-2014
Linee di ricerca: Temi e ricerche del Dottorato in Architettura - Teorie e Progetto 1986-2017 [ISBN: 9780244621643]
Soglie Evanescenti: Di Raimo, Garramone2017 •
Contributi interdisciplinari alla ricerca risultano efficaci in un contesto come quello contemporaneo, in cui l’architettura è sempre più chiamata a rispondere a molteplici bisogni, non più esclusivamente di natura spaziale-funzionale, ma che intendono sollevare ed incorporare - letteralmente - aspetti e problemi diversificati, risolti grazie all'intreccio di saperi talvolta apparentemente distanti tra loro. Nuove basi teoriche al di fuori della disciplina stessa possono, in questo senso, dinamizzarla in questo orizzonte eterogeneo, in cui il concetto di “soglia” tra campi di conoscenza risulta, oramai, evanescente.
In questa tesi si presenta l’indagine svolta sulla concettualizzazione gramsciana dell’«egemonia» e sulle interpretazioni più recenti e rappresentative delle diverse correnti di studi. Nella prima parte della tesi si prendono in esame gli scritti di Gramsci: con l’analisi delle Tesi di Lione e del saggio sulla Questione meridionale si ricostruisce la funzione teorica e politica dell’«egemonia» nell’elaborazione tattica del Partito Comunista d’Italia, impegnato a creare un sistema di alleanze tra operai e contadini e a raggiungere gli obiettivi della liberazione dal fascismo e della rivoluzione, sull’onda del bolscevismo (CAP. I). Seguendo questa prospettiva, di modernizzazione economico-sociale e giuridico-politica delle nazioni, si ricostruisce la trama concettuale dei Quaderni del carcere in cui l’«egemonia» è rappresentata come un fatto filosofico che riguarda la coscienza e la conoscenza collettiva della storia dei conflitti (CAP. II). Con particolare attenzione verso le note sull’emancipazione delle classi subalterne, si rileva che la funzione teorica e politica dell’«egemonia» si situa nella sfera della scienza della politica: con l’analisi del giacobinismo francese e del risorgimento italiano (Q. 19), Gramsci compone il quadro analitico e comparativo utile ad una lettura innovativa delle diverse fasi dello sviluppo politico del capitalismo tra il XVIII e il XX secolo. La razionalizzazione delle attività produttive, emblematicamente espressa nel fordismo e nell’americanismo (Q. 22), è rappresentata come la tendenza storica immanente entro cui il «gorilla ammaestrato» (l’operaio) può elevarsi se matura la consapevolezza di dover produrre un’«egemonia» alternativa, ai gruppi sociali e politici dominanti, e una frattura nei continui ricorsi storici dell’autoritarismo (CAP. III). In questo contesto, si ricostruiscono i parametri con cui giudicare l’alternativa civile, tra una pratica politica democratica e una burocratica, e la dicotomia tra la soggettivazione e la subordinazione. Ripercorrendo la concettualizzazione dell’«egemonia» si ottiene una teoria della «bipolarità» del potere politico quale risultato di processi storici molecolari in cui trionfa sempre il partito più organizzato e capace di guidare la costruzione di un «apparato egemonico». Su questa base, si ricostruisce il ruolo decisivo degli «intellettuali organici» nella composizione e nella connessione degli strumenti e degli istituti fondamentali su cui si fonda l’unità civile e politica di qualsiasi vita statale. La produzione del potere è il tema che riconduce, infine, al periodo precedente il carcere: la funzione soggettiva e determinante attribuita al partito politico risulta il completamento della concettualizzazione, in continuità con il progetto di Lione (CAP. IV). Nella seconda parte della tesi, invece, si prendono in esame le posizioni di Louis Althusser e di Christine Buci-Glucksmann rappresentative del dibattito sul pensiero politico di Gramsci all’interno dei partiti comunisti europei negli anni Settanta. Usando gli scritti postumi di Althusser si nota una convergenza sostanziale con la teoria del partito di Gramsci. Fa eccezione, tuttavia, il tema della guerra di posizione che viene rielaborata da Buci-Glucksmann per dimostrare la necessità della costruzione del consenso all’interno della società civile oltre che nelle classi di riferimento. Althusser incontra Gramsci sul terreno della scienza politica di Machiavelli, mentre Buci-Glucksmann avvia una riflessione sul significato filosofico-civile dell’«egemonia» (CAP. V). Le concettualizzazioni successive focalizzano l’attenzione sulla crisi della politica all’interno del conflitto di civiltà e riscoprono la funzione teorica e politica dell’«egemonia» nel rappresentare una nuova logica politica. Si ricostruiscono, in questa cornice, le posizioni Ernesto Laclau, Edward Said, Ranaijt Guha, Partha Chattereje e Robert W. Cox. Con le prime due, espressive dei Cultural Studies, si ricostruisce l’approccio di movimento e di contrappunto che si intende dare alla produzione culturale contemporanea nel tentativo di superare le frontiere simboliche e repressive poste dal rafforzamento dei nazionalismi e degli essenzialismi identitari. Con le altre due, espressive dei Subaltern Studies, si ricostruisce la prospettiva che si intende dare alle classi subalterne ridotte, nella maggior parte del mondo, in uno stato di frammentarietà politica e di indigenza. Con la posizione di Cox, espressiva degli studi gramsciani nelle Relazioni Internazionali si dà conto della prospettiva intergovernativa ed interstatale con cui uscire dall’attuale fase post-egemonica e trovare le soluzioni adeguate alle sfide del XXI secolo (CAP.VI). Il filo conduttore tra la prima e la seconda parte della tesi, dunque, è rappresentato dall’indagine il più possibile esaustiva sul significato originario e sull’attualità dell’«egemonia».
2016 •
Il saggio e diviso in due parti, dedicate rispettivamente all’uso del concetto di egemonia prima e negli scritti del carcere di Gramsci. Nella prima parte cerco di ricostruire una sorta di “preistoria” del termine, dall’origine greca alla lunga eclissi in eta romana, nel Medioevo e nella prima modernita. Mi soffermo quindi sulla sua ripresa ottocentesca, prima nel lessico politico dei fautori dell’unita nazionale italiana e tedesca, e poi nel dibattito marxista della Seconda Internazionale. Ma e tra i bolscevichi (Lenin, Bucharin, Radek, Stalin, Zinov’ev) che il concetto assume il significato pregnante sul quale Gramsci – dopo aver utilizzato l’espressione “egemonia” nel senso corrente di predominio (militare, politico, economico, culturale) nei suoi articoli di giornale fin dal 1916 – inizia a riflettere durante il soggiorno a Mosca (1922-23), nel periodo trascorso a Vienna (1923-24) e soprattutto dopo il ritorno in Italia (1924-26). La seconda parte del saggio tenta di ripercorrer...
Egemonia e modernità. Gramsci in Italia e nella cultura internazionale. a cura di Fabio Frosini e Francesco Giasi. Roma: Viella, 2019, pp. 447-465. ISBN: 978-88-3313-120-7
Le eredità di Gramsci in Argentina2019 •
Consapevoli della sfida rappresentata dal tentativo di produrre un testo che non sia la mera ripetizione di ciò che è già stato scritto sullo stesso argomento, né un semplice aggiornamento della bibliografia prodotta di recente, partiamo da una certezza iniziale: le idee gramsciane si trovano disseminate e radicate nella cultura politica argentina. Detto in modo gramsciano (e seguendo la tradizione di lettura di Juan Carlos Portantiero e José Aricó), possiamo affermare che Gramsci è stato tradotto con successo in argentino. Ciò non significa omogeneità interpretativa; al contrario, la lotta per il senso dell’eredità di Gramsci è un segno di ciò che chiamiamo “disseminazione”. Esiste in Argentina un’ampia rete di sensi diversi, interpretazioni e progetti che, rivendicando per sé l’interpretazione egemonica, creano quello che potremmo chiamare un “campo discorsivo gramsciano” sul cui controllo avviene un’aspra disputa.
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La lenta egemonia. Aspetti della ricezione inglese di Gramsci2010 •
2018 •
La politica e gli Stati. Problemi e figure del pensiero occidentale
Gramsci2022 •
Giornale Storico della Letteratura Italiana, vol. CXCVIII
Un adespoto sonetto sulla ‘Commedia’ nel codice Grumelli di Bergamo2021 •