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in "Milano. Piazza Duomo prima del Duomo", a cura di S. Lusuardi Siena, Milano, 2023, pp. 297-304.
in M. David (a cura di), La Basilica di Santa Croce. Nuovi contributi per Ravenna tardoantica, Edizioni del Girasole, Ravenna 2013, pp. 93-112.
Analisi stratigrafica della basilica di Santa CroceIn area urbana uno degli edifici più interessanti della città di Ravenna è il complesso architettonico di Santa Croce. La storia di questa chiesa è strettamente legata a quella del vicino mausoleo di Galla Placidia. Nonostante ciò il sito è oggi in totale abbandono e confinato all'interno di un’area archeologica chiusa al pubblico. Nel 2013 vengono pubblicati i risultati delle attività di ricerca svolte tra il 2008 e il 2011. Grazie alla realizzazione di un nuovo rilevo – eseguito con strumenti di precisione (stazione totale e fotogrammetria) – alla lettura stratigrafica delle murature e al riesame di tutta la documentazione pregressa si è ottenuto un contributo interpretativo inedito sull'impianto fondativo e le successive trasformazioni architettoniche.
2012 •
Le origini di questa basilica, l'unica di cui si dice abbia conservato le strutture paleocristiane, si basano su un fenomeno che deve per forza definirsi miracoloso perché collegato ad una presunta nevicata avvenuta sul monte Esquilino il 4 agosto del 352 d.C. Che a Roma nevichi d'inverno è già una rarità, come si sa, ma che nevichi il 4 di agosto solo un vero miracolo si può definire. L'evento fu indicato in sogno ad un certo Giovanni, patrizio romano, dalla beata Vergine Maria che gli disse di recarsi in quel luogo dove sarebbe avvenuta la nevicata per costruirvi la sua chiesa. Forse per assicurarsi che la chiesa venisse eretta, la madonna apparve in sogno la stessa notte anche al papa Liberio in modo che anch'egli potesse recarsi sul posto insieme a Giovanni (non sappiamo se si ritrovarono per caso o se sapessero ognuno del sogno dell'altro). Trovato il luogo imbiancato dalla nevicata, il papa tracciò il piano della futura basilica che sarà per questo detta anche Liberiana, o ad nives, oltre ad altri appellativi che ha ricevuto nel corso dei secoli, man mano che la sua architettura veniva ampliata e trasformata. Mi perdoni il lettore per questa piccola digressione sull'origine della basilica, ma nelle mie ricerche mi sono imbattuto in autori che hanno diversamente interpretato e scritto su queste vicenda e ne riporto qualche esempio in nota 1. 1 Il testo sulla storia della basilica curato dal sito ufficiale del Vaticano riporta: "Una nota tradizione vuole che sia stata la Vergine ad indicare ed ispirare la costruzione della sua dimora sull'Esquilino. Apparendo in sogno al patrizio Giovanni ed al papa Liberio, chiese la costruzione di una chiesa in suo onore, in un luogo che Essa avrebbe miracolosamente indicato. La mattina del 5 agosto, il colle Esquilino apparve ammantato di neve. Il papa tracciò il perimetro della nuova chiesa e Giovanni provvide al suo finanziamento. Di questa chiesa non ci resta nulla se non un passo del Liber Pontificalis dove si afferma che papa Liberio "Fecit basilicam nomini suo iuxta Macellum Liviae". riporta :"Il Libro Pontificale, nella vita di papa Liberio narra che la notte del 4 agosto, dell'anno 352, un certo patrizio di nome Giovanni sognò di aver veduto cadere la neve in un luogo dell'Esquilino accanto al Macellum Liviae. Essendosi recato dal papa Liberio e avendogli narrato il suo sogno, questi ne rimase turbatissimo perché la stessa notte aveva sognato il medesimo prodigio. Allora senza porre tempo il mezzo, il papa ordinò una solenne processione e col patrizio Giovanni, seguito da una turba di monaci e di prelati, si recò giù per la via Merulana fin sul luogo indicato dalle visioni, che infatti trovò tutto biancheggiante di neve…". Paolo Angelis, Basilicae S. Mariae Majoris de Urbe, a Liberio Papa I usque ad Paulum V Pont. Max., Descriptio et delineatio, Romae, 1621, pag. 57. E' questa una delle incisioni più antiche in cui è anche raffigurato sul campanile un orologio meccanico ad ore Italiane con numerazione da I a XII ed unica sfera centrale in ferro battuto a forma di sole raggiante.
R. HARRAITHER – PH. PERGOLA – R. PILLIGER – A. PÜLZ (a cura di), Frühes Christentum zwischen Rom und Konstantinopel, (Akten des XIV. internationalen Kongresses für Christliche Archäologie – Wien 19.-26. 9. 1999), Wien – Città del Vaticano 2006, pp. 501-508, tavv. 172-175
La basilica di S. Pietro e l’orografia del colle VaticanoEuroStudium3w
"Et ibi est basilica sanctae Mariae". Una proposta di rilettura topografica del Breviarius de Hierosolyma2022 •
The Breviarius de Hierosolyma, albeit brief, represents a treasure of information that provides a schematic image of Jerusalem through the eyes of a pilgrim of the first half of the VI century. Particularly, it will be taken into account the final part of the text, which is nowadays recorded exclusively in the codex Sangallensis 732, where the identification of the complex of Saint Mary of the Probatica and the following stops of the pilgrimage show how it is completed. Moreover, comparison with further written sources, both contemporary and posterior, will be integrated with data from archeological and structural analysis for a better understanding of the belonging context.
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Survivals, revivals, rinascenze. Studi in onore di Serena Romano, pp. 139-150
Il Sole, la Luna, Caino e "li segni bui", periplo iconografico attorno alla basilica romana di S. Maria Maggiore2017 •
Grande Dizionario di Bevagna
Il Santuario di S. Maria delle Grazie a Bevagna: un foglio di disegni sconosciuti2024 •
L'Aratro e il Calamo. Benedettini e Cistercensi sul Monte Pisano, a cura di S. Gelichi e A. Alberti
L'indagine archeologica del monastero di San Michele alla Verruca: la periodizzazione della sequenza insediativa2005 •
Milano. Piazza Duomo prima del Duomo. La cattedrale di Santa Tecla perduta e ritrovata. Archeologia del complesso episcopale milanese, a cura di Silvia Lusuardi Siena
L'architettura sopravvissuta della cattedrale di Santa Maria Maggiore: dalle tecniche murarie alla sequenza costruttiva2023 •
2020 •
Rendiconti della Pontificia Accademia LXXXVI, 2013-2014, pp. 274-288
La sequenza stratigrafica2006 •
Studi in memoria di Fabiola Ardizzone, 4
Le "Segrete" e la Chiesa Inferiore del Palazzo Reale di Palermo. Nuove osservazioni sulla stratigrafia degli alzati2018 •
2019 •
in L'officina dello sguardo. Scritti in onore di Maria Andaloro, a cura di G. Bordi, I. Carlettini, M.L. Fobelli, M.R. Menna, P. Pogliani, vol. 1, Gangemi Editore, Roma 2014
I cicli cristologici del presbiterio di Santa Maria Antiqua2014 •
in H. BRANDENBURG – F. GUIDOBALDI (a cura di), Scavi e scoperte recenti nelle chiese di Roma (Atti della giornata di studi, Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana 13 marzo 2008), Città del Vaticano 2012, pp. 107-123
La cronologia della seconda basilica di S. Paolo fuori le mura2018 •