Giochi Olimpici di Parigi 2024

Il Metodo Velasco arriva nell’Italvolley femminile: rivoluzioni e principi della nuova squadra che vuole prendersi la qualifica Olimpica 

Di Chiara Belcastro
9 min|
Julio Velasco_Volley_Italy
Foto di 2014 Getty Images

Julio Velasco ha cambiato la storia della pallavolo italiana. Il tecnico argentino ha lasciato la sua impronta ovunque sia passato: maschile, femminile, seniores, juniores.

Per tale ragione, da gennaio 2024, la FIPAV ha deciso di affidare a colui che ha inventato e introdotto il Club Italia nel sistema pallavolistico tricolore la guida della nazionale femminile, in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024.

Durante l’evento di presentazione della stagione delle nazionali azzurre, Velasco ha subito mostrato entusiasmo per la nuova avventura e a chi gli chiede se sia emozionato per questo nuovo inizio risponde: “Mi emozionerò di più a Parigi, per adesso abbiamo iniziato a lavorare, le ragazze sono straordinarie per come si stanno allenando”.

Come da sua caratura, l’allenatore ha le idee molto chiare su criteri e approccio al percorso di qualificazione e partecipazione Olimpica. Il metodo Velasco tocca a 360° tutti gli aspetti da tenere in considerazione nella gestione del gruppo squadra.

Pallavolo: l’importanza dello stare in campo per la crescita dell’atleta, secondo Velasco

Conscio delle difficoltà iniziali legate alla fine dei campionati e alla disponibilità delle atlete, Julio Velasco ha voluto sottolineare un tema importante: “Tutte le giocatrici, dalla loro ultima partita giocata, avranno una settimana di riposo. Non farò sconti né eccezioni per nessuno. Ad Antalya andremo senza le giocatrici più forti, ma ciò non significa che io non creda nelle potenzialità delle atlete che fanno parte di questo primo gruppo. Nel 1995, quando ero alla guida della nazionale maschile, ci siamo qualificati alle Olimpiadi senza i giocatori più importanti”.

Non ho convocato nessuna giocatrice che non giocasse titolare nel club”, ha affermato.

Il tecnico argentino riflette sull’importanza della crescita professionale delle atlete; sottolinea quanto sia fondamentale per una giocatrice, perdipiù giovane, riuscire a trovare spazio e poter dare il proprio contributo alla squadra giocando titolare.

“Questo è un cambiamento, secondo me, importante. Se una giocatrice ha delle potenzialità le deve dimostrare, se non gioca non le dimostra. Non basta essere alta, forte fisicamente, avere una buona tecnica. Serve giocare. Deterrente per le giovani che preferiscono un club organizzato, con un bus più bello e qualche soldo in più, piuttosto che una squadra dove ottengono qualcosa in meno, ma giocano tutto l’anno. La libertà personale è assoluta, così come la nostra di non convocare le giocatrici che fanno questa scelta a favore di chi gioca".

Julio Velasco e il concetto di squadra: nuovo allenatore, nuovo capitano

Orientando lo sguardo all’obiettivo primario di questa estate, il Professore è consapevole che, nonostante la favorevole posizione attuale nel ranking mondiale FIVB dell’Italia, la qualificazione per Parigi 2024 non è scontata. Non si possono fare calcoli, un solo imperativo: vincere tutte le partite per ottenere il punteggio più alto possibile.

“Nulla è in nostro controllo se non il fatto di assicurarci che tutte le giocatrici diano il massimo in allenamento”, afferma Velasco che apre le porte della sua filosofia pallavolistica. “Non è importante il gruppo in quanto gruppo, ma la squadra in quanto squadra. Le scelte che dovrò prendere non sono per nulla scontate o semplici. Una squadra è caratterizzata dai ruoli che le persone al suo interno ricoprono: conviene chiamare come riserva una giocatrice contenta di fare la riserva o la migliore giocatrice dopo la titolare?”.

Uno dei momenti fondamentali da affrontare per dare forma ad una squadra è la scelta del capitano. Julio Velasco lo ha chiaramente affermato durante la conferenza stampa: "Cambia l'allenatore, cambia il capitano". Sarà quindi Anna Danesi a succedere nel ruolo a Myriam Sylla.

Affrontare i propri limiti per superare i momenti di stress: la ricetta di Velasco per la nazionale di pallavolo femminile

Negli ultimi anni, il tema riguardante l’utilizzo e il dispendio di energie da parte delle atlete e degli atleti è tra i più affrontati e discussi nel mondo sportivo.

Il tecnico argentino, che si appresta ad iniziare il suo secondo ciclo con la nazionale italiana femminile, ha delineato una programmazione senza lasciare nulla al caso: “Il riposo principale per un’atleta non è muscolare, ma riguarda il sistema nervoso-mentale. Per questo motivo, e vista la durata della stagione Olimpica, abbiamo messo a programma una settimana di vacanza-allenamento, durante la quale le ragazze si alleneranno, in una località marittima, ma avranno anche del tempo libero per alleggerire la mente”.

Lo stress mentale accumulato è spesso dovuto ai limiti che caratterizzano ogni essere umano: “Tutte le giocatrici devono superare i limiti che ho scelto per ciascuna. Chiederò alle atlete di lavorare su qualcosa che dà loro fastidio. Serve un cambio di mentalità importante da fare con questa squadra per essere duri nei momenti di difficoltà. Per prepararsi a quello stress, l’esempio che io faccio alle giocatrici è il bilanciere con i pesi che rappresenta uno stress che serve a rendere i muscoli più forti, e qual è il bilanciere per la mente? Il bilanciere per rendere la mente più forte sono le cose che non ci piacciono. Se sentite delle lamentele, vuol dire che andiamo bene. Se invece non ci sono, allora manca la volontà di voler superare i propri limiti”.

Cita il compianto coach di pallacanestro statunitense Bobby Knight, Julio Velasco, che ha implementato il suo metodo di allenamento studiando un approccio per vincere lo stress: "Tutti vogliono vincere, ma pochi sono disposti a fare tutto quello che necessario per vincere".

“Per essere compatti nei momenti difficili, che sicuramente ci saranno, e vincere, dobbiamo prepararci a quello stress. E a causarci stress è ciò che ci dà più fastidio. Quindi, se sentite lamentele da parte delle giocatrici, vuol dire che stiamo facendo un buon lavoro", afferma il maestro argentino.

Julio Velasco: l'anello di congiunzione tra la Generazione dei Fenomeni e il futuro dell'Italvolley femminile

Nel 1997/1998, Velasco allenò la nazionale femminile con l'obiettivo di qualificarsi per Sydney 2000.

Lasciate le azzurre, ebbe un'intuizione che ha rivoluzionato il mondo della pallavolo, fondando il Club Italia dal quale uscirono Elisa Togut, Eleonora Lo Bianco e Simona Rinieri.

Oggi torna alla guida dell'Italvolley, anche questa volta in cerca della qualificazione Olimpica, con una squadra composta da tante atlete che sono cresciute nel Club Italia (Paola Egonu, Alessia Orro, Marina Lubian e Sarah Fahr).

**“**A dire la verità non penso molto al passato, perché quando una persona ha tra le mani una responsabilità così grande pensa al presente, alle situazioni che deve risolvere oggi”.

“Sicuramente sono orgoglioso delle proposte e del lavoro fatto in passato, specialmente perché, sebbene avessi lasciato quella nazionale, con quello staff l’Italia femminile si è qualificata per prima volta nella storia ai Giochi Olimpici. Nel 1997, sono stato il primo a credere in questo progetto per le donne, quando ancora non lo faceva nessuno”, ci tiene a precisare.

“Adesso ci credono in tanti, ma allora nessuno credeva che le azzurre potessero arrivare ai primi posti nel mondo. Invece non solo hanno vinto il Campionato del mondo nel 2002, ma sono arrivate tante medaglie agli Europei, ai Mondiali anche nelle categorie giovanili. La cosa importante è crederci sempre: ci ho creduto allora, figuriamoci adesso”.

“Oggi la nazionale femminile, al di là che perda o vinca una semifinale o una finale, è sempre lì tra le migliori squadre del mondo. Con questo ciclo, speriamo di fare un ulteriore salto, ma io sono uno che pensa molto al presente e poco al passato” ribadisce il coach argentino.

Come vincere la pressione nei momenti che contano: la formula collaudata di Velasco ai Giochi Olimpici di Parigi 2024

In questo nuovo ciclo per l'Italvolley, le giocatrici che sono chiamate a vestire la maglia azzurra avranno molto da imparare dall’uomo che ha portato l’Italia maschile a vincere la medaglia d’argento ad Atlanta 1996.

“Ciò su cui punterò molto è che le ragazze non si lascino mettere sotto pressione delle aspettative. E questo sarà difficile, perché nel percorso di avvicinamento all’Olimpiade, verrà chiesta a tutti la solita domanda “allora, la vinciamo?” e sarà sempre più frequente”.

“Questa non sarà una domanda che porranno solo i giornalisti”, mette in guardia il coach, “ma anche i parenti, gli amici, tutti. Sarà facile andare in giro e trovare una persona che ti domanda “allora li vinciamo i Giochi?”. Se lo sapessi, sarei in vacanza, mi viene da rispondere”.

“Questa situazione crea veramente molta pressione, chiunque abbia partecipato ai Giochi Olimpici lo sa, ma oggi coi social media è tutto molto più amplificato”, continua Velasco.

“Quindi la prima cosa che voglio trasmettere alle ragazze è non lasciarsi mettere sotto pressione e pensare a quello che si può fare ogni giorno. Il secondo punto sul quale farò molta leva riguarda i quarti di finale. Come ai Mondiali, anche ai Giochi Olimpici la partita più stressante è ai quarti di finale, perché una squadra che pretende di arrivare a medaglia, nei quarti di finale ha tutto da perdere e poco da guadagnare”.

Un concetto spiegato chiaramente, sempre sulla base dell’impatto mentale: “Se si trova una squadra che non è nella tua stessa situazione, ovvero ha tutto da guadagnare e niente da perdere, potrebbe essere svantaggioso dal punto di vista psicologico. Quindi bisogna prepararsi per quella situazione”.

“Quella - conclude - sarà la partita più nervosa del percorso Olimpico”. Una strada che Velasco ha già tracciato, verso Parigi 2024.

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