Discorsi da non fare durante le vacanze

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Se siete su una spiaggia, o ci andrete, chiedete ai vicini di telo di spiegarvi la recente decisione della Corte di Giustizia sulle concessioni balneari, di illustrare i livelli minimi di prestazione nell’autonomia differenziata, di indicare alcuni recenti investimenti della Cassa Depositi e Prestiti (133 miliardi, mica pochi). Seguiranno sguardi perplessi e poi: «Sinceramente...». Che non è solo il tormentone di Annalisa, ma un indicatore interessante. Chi inizia la risposta con un avverbio è in difficoltà.






Se invece siete in montagna, e incrociate qualcuno in passeggiata, chiedete un breve riassunto della novità in materia di abuso di ufficio, domandate se è opportuno rivedere i tempi del Pnrr, informatevi sulla nuova deterrenza Nato in Europa. Poi mettetevi a correre, perché proveranno a tirarvi una pigna. Anche le persone disinformate possono avere una buona mira.






La democrazia è diventata una cosa strana: gli elettori scelgono in base alle cose che sanno, e non sono molte. Il resto viene delegato alla politica, che evita di entrare in dettagli. Talvolta perché le questioni sono complesse; più spesso perché non ne ha voglia, o non le conviene.
Giornali, siti d’informazione, radio e televisione provano, ognuno a suo modo, ad aggiornare gli elettori. Ma quanti scelgono di approfondire certe questioni? La grandissima maggioranza voterà in base a esperienze dirette. Quindi: prezzi (perché un guasto in casa mi costa un quarto dello stipendio?); imposte (quante ne pago, cosa rischio se non le pago?); impiego (perché mia figlia ha studiato e non trova lavoro?); sanità (tre mesi per una ecografia?); guerra (mica arriverà pure qui?).






Un altro fattore nella decisione elettorale: la simpatia e l’antipatia di chi ci chiede il voto. Soprattutto quest’ultima. L’impressione è che la scelta sia, sempre più spesso, un segnale di paura (Francia), una bocciatura (Uk), un gesto di stizza (Usa, presto), un esperimento (Italia). Forse è sempre stato così, forse la democrazia è questa. Ma, se così fosse, non stupiamoci se i governanti ci trattano come ragazzini.
Parlate di queste cose, oggi, sulla spiaggia o in montagna. Vedrete: ombrelloni e abeti vi staranno ad ascoltare.



Dal Corriere Della Sera