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KARLOVY VARY 2024 Concorso

Recensione: Celebration

di 

- Dopo aver sopportato solo difficoltà nella sua vita, un brav'uomo oltrepassa un confine morale per diventare membro di una milizia fascista nell'affascinante film d'esordio di Bruno Anković

Recensione: Celebration
Bernard Tomić in Celebration

Il romanzo breve Celebrazione (2019) di Damir Karakaš è stato accolto con qualche polemica nel paese d'origine dell'autore, la Croazia, ma ha riscosso un certo successo internazionale. I diritti di adattamento sono stati acquisiti ancor prima della pubblicazione ufficiale del libro e gli autori del progetto filmico si sono presi il tempo necessario per trasformare il contenuto in una sceneggiatura e girarla in luoghi autentici e in gran parte inaccessibili nelle zone rurali della regione di Lika, dove era ambientata anche la trama. Il risultato è Celebration [+leggi anche:
trailer
intervista: Bruno Anković
scheda film
]
, il primo lungometraggio di Bruno Anković, regista di diversi corti, presentato in anteprima al Concorso Crystal Globe di Karlovy Vary.

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Come il racconto di partenza, il film segue Mijo, un veterano della milizia ustascia sconfitta nella parte jugoslava nella Seconda Guerra Mondiale, mentre si nasconde nei boschi vicino al suo villaggio dopo il conflitto e riflette su alcuni dei momenti chiave di prima della guerra che lo hanno portato lì. Il film si apre con una sequenza ambientata subito dopo la guerra, con Mijo (interpretato da Bernard Tomić) che si nasconde mentre i soldati partigiani vincitori stanno setacciando il villaggio alla sua ricerca. L'unica persona che va a trovarlo nel bosco è la moglie Drenka (Klara Fiolić, al suo primo ruolo da protagonista sul grande schermo), che cerca di convincerlo ad arrendersi e a sperare nella clemenza, dato che non ha commesso alcun crimine.

La storia prende poi una nuova piega per mostrarci una serie di flashback che descrivono il passato di Mijo, la sua vita povera in una remota zona rurale e i traumi che lo hanno segnato. Dopo gli episodi in cui l'adolescente Mijo (l'esordiente Lars Štern) deve sbarazzarsi del cane di famiglia in seguito a un ordine ufficiale della gendarmeria del Regno di Jugoslavia, e in cui un Mijo ancora più giovane (interpretato da Jan Doležal) assiste alla partenza del nonno che va a morire in montagna per sollevare la famiglia dall'onere di occuparsi di lui, la trama si concentra sugli eventi dell'aprile 1941. In seguito Mijo, Drenka e suo fratello Rude (Nedim Nezirović) intraprendono un lungo viaggio per partecipare alla celebrazione locale della dichiarazione dello Stato indipendente di Croazia, che durante la guerra era uno Stato fantoccio nazista.

Sia nel libro che nel film non si tratta tanto di descrivere gli eventi, quanto gli stati d'animo di Mijo, uomo indubbiamente buono, e i suoi rapporti con i suoi cari, con gli animali della fattoria e con se stesso. Il libro, che contiene principalmente descrizioni della natura e monologhi interiori, avrebbe potuto rivelarsi un osso duro da trasporre, ma la sceneggiatrice Jelena Paljan fa miracoli apportando modifiche minime, ma necessarie, per renderlo più cinematografico.

Anković dirige il cast e la troupe in modo da creare la giusta atmosfera, puntando alla massima autenticità nella sua rappresentazione della vita di allora. Il cast perfettamente scelto, composto da attori giovani, freschi e alcuni più stagionati, raggiunge il tono giusto per far apparire reale e sentita la durezza di quel tipo di vita e la saggezza che ne deriva. Anković sfrutta anche i colori naturalmente scuri della fotografia di Aleksandar Pavlović e la musica, costituita dalle brevi esplosioni della colonna sonora minimalista di Alen e Nenad Sinkauz, per incanalare lo stato d'animo, mentre il montatore Tomislav Stojanović mantiene la durata a 86 minuti. Alla fine, Celebration è un'opera cinematografica seria e meticolosa che non si sottrae a temi pesanti.

Celebration è una coproduzione tra Croazia e Qatar di Eclectica, con Pakt Media.

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(Tradotto dall'inglese)

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